Il Banco di Napoli chiude i battenti: muoiono 5 secoli di storia del Sud


Ha provato a resistere, anche dopo il commissariamento e i 10 anni di problemi che si trascinava. Ma alla fine non è stato possibile fare altro, niente di più. Il Banco di Napoli verrà incorporato da Intesa San Paolo.

L’azienda bancaria e di credito più antica del Sud Italia, chiude i battenti. Un fallimento dovuto al mancato intervento delle istituzioni politiche e ad una gestione negligente di alcuni dirigenti, che così facendo hanno incentivato la crisi che l’azienda stava attraversando dalla quale è stata poi fagocitata.

Una “fine” annunciata quella del famoso Banco, che già dal 1994 dava segnali di sofferenza, fino ad arrivare ad oggi in cui si è sancita in maniera definitiva il passaggio di transizione ad Intesa San Paolo. Per quanto riguarda l’insegna distintiva del marchio resterà evidente solo all’ingresso per altri 20 anni, poi verrà tolta. E il nome si perderà. E oggi, 26 novembre, il Banco di Napoli verrà cancellato dall’Abi (Associazione Bancaria Italiana).

Con la fine del Banco di Napoli, muore un simbolo del Sud e dell’economia meridionale. Nato nel 1539 e ripensato nel 1861, fu il promotore del rilancio economico del Meridione investendo nel settore agricolo e nell’industria per rimettere in sesto un’economia disastrata. Con i suoi investimenti contribuì anche al risanamento edilizio di Napoli e di molte altre città campane, dotò inoltre la città di servizio ferroviario e aiutò economicamente la nascita di scuole, asili e aziende ospedaliere. Concentrando tutte le sue maggiori attività bancarie e manovre economiche per e nel Meridione.

Ma la crisi ha ucciso l’azienda. E oggi la Campania e il Meridione ha ricevuto un duro colpo al cuore.


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