Banfi racconta che in passato si guadagnava molto poco e una sera mentre era a Napoli doveva decidere cosa fare dei pochi soldi guadagnati: “Noi attori disoccupati dovevamo pagare una stanza notte per notte, perché nessuno ci faceva credito” ricorda l’attore. “La sera del 24 dicembre avevo racimolato talmente poco che dovevo decidere se mangiare oppure se dormire al coperto”. Lino Banfi doveva scegliere cosa fare con quei pochi soldi guadagnati, se comprare qualcosa da mangiare o andare in un albergo dove trascorrere la notte.
Mentre era intento nel contare i soldi racimolati si avvicina un passante che capì la situazione e invitò l’attore a casa sua. Di lui l’attore racconta: “Si chiamava Ciro, mi disse che dove mangiano in nove mangiano anche in dieci: aveva otto figli. Mi fece dormire a casa sua e il mattino dopo mi diede mille lire per prendere il treno e tornare al mio paese”.
Banfi conclude raccontando: “Sono tornato dopo qualche anno dopo a Napoli per cercarlo, ringraziarlo e dargli un premio, un regalo. Però non l’ho più trovato. Nessuno sembrava conoscerlo e averlo mai visto. Un giorno un mio amico cardinale mi chiese come mai continuassi a cercare questo Ciro a Napoli. Mi disse che non l’avrei trovato mai, perché quel Ciro era un angelo che scelse di salvarmi quella notte”. La storia raccontata da Lino Banfi incarna perfettamente il modo di fare del popolo napoletano che si contraddistingue per ospitalità e generosità.