Pentito di camorra rivela: “Mi innamorai di una prostituta, uccisi il suo protettore”


Ho ucciso Halim Margiekai e ferito il fratello perché conobbi una ragazza di nome Sonia che faceva la prostituta in zona Capua con la quale ebbi una relazione fissa“. Ha parlato in Corte di Assise di Appello, a Napoli, Giovanni Cascarino, uomo legato al clan camorristico dei La Torre. Cascarino ha raccontato la verità sull’omicidio di un albanese e di un tentato omicidio del fratello avvenuti 20 anni fa a Mondragone. L’uomo, di 48 anni, è diventato collaboratore di giustizia nel marzo del 2017.

Cascarino fu inizialmente assolto in primo grado, poi condannato in secondo grado assieme al complice. Successivamente, la Cassazione aveva annullato la sentenza rinviando il processo in Appello. L’uomo, dopo essersi pentito, ha confessato di aver commesso dei reati prima che diventasse collaboratore di giustizia.

Il procuratore generale ha chiesto 18 anni di carcere per Cascarino, e 16 per il complice, Mario Cuoco. “Ho ucciso Halim Margiekai e ferito il fratello perché conobbi una ragazza di nome Sonia che faceva la prostituta in zona Capua con la quale ebbi una relazione fissa – ha spiegato in aula Cascarino –. I protettori non volevano però che lei uscisse dal giro e la sequestrarono e maltrattarono per diversi mesi per questo motivo decisi di punire i due fratelli albanesi“. La sentenza è attesa per il prossimo mese.


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