Napoli. Maria, costretta a vivere per strada per scappare dal marito violento


Maria, nome inventato, è solo una delle tante donne vittime silenziose di un amore violento e cruento. Anni di botte, offese e ingiurie senza un reale motivo. Una donna che ha fatto della sopportazione un motivo per andare avanti, un’attenuante per restare vicino ad un marito che comunicava solo attraverso percosse fisiche e lo ha fatto per 20 anni.

Maria è dei Quartieri Spagnoli, ha conosciuto il marito quando lei aveva già un figlio e dalla loro unione è nata un’altra figlia che ora ha 20 anni. L’uomo ha 72 anni, mentre lei 50. La rabbia e la frustrazione del marito è soprattutto dovuta alla scarsità del lavoro e ad una crisi economica generale che ha messo a dura prova il suo lavoro di sarta.

Eppure la storia di Maria è un esempio di riscatto e di rivalsa di una donna che alla fine ha trovato il lieto fine, facendo vincere e prevalere l’amore verso se stessa. Tutto è cominciato dopo un’ennesima corsa in ospedale per i traumi e le ferite subite da un marito violento. Maria non era un viso nuovo presso i pronto soccorso degli ospedali napoletani. Già più volte è dovuta ricorrere a cure mediche per cicatrizzare quelle ferite che ancora porta sul corpo e già diverse volte aveva denunciato il marito alla Polizia per quelle inumane violenze che silenziosamente ne è stata vittima.

Ma proprio nel suo ultimo incontro con il medico che l’aveva presa in cura, l’uomo scrisse nero su bianco che se la donna fosse tornata a casa sarebbe stata sicuramente “vittima di femminicidio”. Così Maria spaventata e decisa a mettere fine a questo tremendo amore violento, decise di non fare più ritorno a casa. Il medico per aiutarla nel suo percorso di “riabilitazione” e di “rinascita” la indirizzò al Centro Dafne del Cardarelli. Ma la visita era stata fissata 8 giorni dopo quell’incontro. Così Maria, senza perdersi d’animo e decisa a troncare questa relazione non fece più ritorno a casa, aspettando con trepidazione il giorno che sarebbe dovuta andare al Centro. Questa scelta le è costato tanti sacrifici, perchè Maria dopo essere stata ospitata pochissimi giorni da alcuni parenti è stata costretta a vivere per strada. Un “sacrificio” che, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, non le è pesato più di tanto: avrebbe fatto di tutto pur di non tornare a casa.

Maria è stata accolta dal Centro Dafne, ascoltata, capita, aiutata ma soprattutto salvata. Oggi la donna è pronta a ricominciare una nuova vita, sperando che quell’uomo possa ricevere la giusta pena per il male fatto.


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