L’indagine è partita, infatti, nei primi mesi del 2018, dopo svariate denunce fatte dal direttore della galleria. Attraverso il controllo dei beni presenti a Villa Livia, si è osservata la mancanza di numerose opere. Durante la catalogazione, la custode si sarebbe tradita con comportamenti strani. Altresì, le ulteriori indagini, realizzate anche con attività tecniche, hanno accertato proprio che i furti erano pianificati dalla custode del museo e dalla sua famiglia. Le misure cautelari messe in atto sono varie: due in carcere, tre ai domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Ma, anche 8 decreti nei confronti degli acquirenti, alcuni operanti nel mercato dell’antiquariato napoletano e altri collezionisti del settore. Il reato sarebbe associazione a delinquere, finalizzata al furto e alla ricettazione di opere d’arte.