Bomba da Sorbillo. L’obiettivo dell’attentato non era la pizzeria: tutta la verità


La bomba non era diretta a Sorbillo. E’ questo quello che gli inquirenti hanno scoperto riguardo all’attentato del 16 gennaio che coivolse una delle storiche pizzerie di Napoli. La bomba che esplose davanti al locale non era per Sorbillo ma per la famiglia che abitava in quell’edificio, gli Esposito, i titolari della pizzeria “Pizza e pummarola”.

I carabinieri della compagnia Napoli Centro, hanno scoperto che l’ordigno era stato lanciato sul balcone, ma poi cadde davanti al locale di Sorbillo. A chiarire finalmente la dinamica dei fatti e a svelare tutta la verità è stata la moglie del titolare della pizzeria, vero bersaglio del clan Mazzarella. La donna ha deciso di parlare, anche contro la volontà e senza l’appoggio della sua famiglia. Infatti pochi giorni prima gli Esposito avevano ricevuto già un avvertimento, essendo state vittime di vari colpi di pistola rivolti contro la loro abitazione.

Per tale motivo, venuti a conoscenza dei fatti, gli inquirenti hanno disposto da subito il fermo per i tre indagati, come riporta il Corriere del Mezzogiorno: Antonio Iodice, di 20 anni, Pietro Perez, di 39 anni, e Marco De Martino, di 19 anni.

Inoltre a conferma che i dubbi sull’attentato vi erano già dall’inizio, sono state alcune intercettazioni telefoniche avvenute il giorno dopo tra Gino Sorbillo e un suo collaboratore. Infatti nella conversazione Pasquale, l’altro interlocutore, avrebbe riferito a Gino che la bomba quasi sicuramente non era diretta a lui. Inoltre da un’altra conversazione telefonica avvenuta tra questo collaboratore Pasquale e un’amica poliziotta, l’uomo confermerebbe che i destinatari erano per l’appunto gli Esposito.

In tutto questo Gino ha riferito al Corriere del Mezzogiorno, alla notizia di questa nuova verità sull’accaduto, che: Sono state fatte varie ipotesi e ho vissuto settimane di angoscia, chiedendomi che cosa significasse quel gesto. Nei giorni precedenti, per esempio, mi ero dipinto il volto di nero in sostegno di Koulibaly e si è pensato che fosse una ritorsione da parte di tifosi estremisti. Mi sono sempre battuto per la legalità, e del resto sono un ex carabiniere, e certamente a qualcuno ho dato fastidio, ma richieste di denaro non ne ho mai ricevute. In effetti gli Esposito gestiscono una piccola pizzeria in piazza San Gaetano e hanno un balcone due o tre metri più avanti del mio ingresso: trovo che sia gravissimo comunque che nel centro storico di Napoli, patrimonio dell’Unesco, qualcuno lanci una bomba, che sia verso un’abitazione o verso un locale”.


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