Meduse, cosa fare e non fare quando ci “pungono”: i consigli dei medici


Affascinanti “ballerine” del mare, le meduse si trasformano in una carezza infuocata quando le sfioriamo.

Negli ultimi anni sono sempre più presenti dei nostri mari anche a causa del riscaldamento globale. Le meduse non mordono, non pungono e non graffiano, sono i loro tentacoli ad emettere una sostanza urticante che provoca dolore, gonfiore e arrossamento della pelle.

L’ospedale Bambino Gesù di Roma ha diffuso qualche consiglio in caso di contatto:

– Per prima cosa verificare che non vi siano parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e, nel caso, eliminarle delicatamente con le mani. Se non si dispone di medicamenti, può essere utile far scorrere acqua di mare sulla parte interessata per tentare di diluire la sostanza tossica non ancora penetrata.

– In seguito si applica un gel astringente al cloruro d’alluminio, dall’azione antiprurito che blocca la diffusione delle tossine. In mancanza di questa pomata, si può usare una crema al cortisone.

– Evitare di grattarsi o di strofinare la sabbia sulla parte dolorante. E non usare medicazioni estemporanee con ammoniaca, aceto, alcool o succo di limone.

– La pelle colpita dalle meduse è sensibile alla luce solare, quindi per evitare che si macchi bisogna evitare pomate antistaminiche e bisogna tenere coperta l’area colpita.

– Se immediatamente dopo il contatto, la reazione cutanea si diffonde e compaiono difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento, chiamare il 118.


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