Pozzuoli, blitz della polizia penitenziaria: scoperta droga nel carcere femminile


Un cospicuo quantitativo di droga nel carcere femminile. Questo è quanto è stato scoperto durante un’operazione di polizia penitenziaria a Pozzuoli, stando a una comunicazione dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria).

La polizia penitenziaria, che evidentemente nutriva forti sospetti, ha effettuato un blitz all’interno della prigione coordinato dal commissario Paudice, comandante del penitenziario femminile. “Essenziale per il blitz è stato il fiuto dei cani antidroga delle unità cinofile della Polizia Penitenziaria“, spiegano il segretario regionale Osapp Vincenzo Palmieri e il segretario provinciale Osapp di Napoli, Luigi Castaldo.

I cani antidroga hanno fornito un supporto decisivo a questa complessa e proficua operazione di intelligence portata egregiamente a termine dal personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Pozzuoli“, commentano ancora Palmieri e Castaldo. Eppure l’Osapp, che da sempre si impegna a tutelare la polizia penitenziaria, non manca di sottolineare anche le condizioni in cui le unità sono spesso costrette ad operare.

L’Osapp, in una nota, denuncia “le gravi criticità operative in cui versa la Polizia Penitenziaria a causa della mancanza di risorse umane e tecnologiche. Ciononostante la Polizia Penitenziaria, ancora una volta, si distingue encomiabilmente per il lavoro svolto“.

Insomma, l’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria riporta alla luce un eterno problema della nostra città: l’abbondanza di capitale umano valido e, al tempo stesso, l’assenza di risorse adeguate a “sfruttarlo”. Per questo l’Osapp è sempre attiva nel denunciare le difficoltà che le unità di polizia penitenziaria devono affrontare, e molte volte anche le violenze che si ritrovano a subire.

L’operazione che ha permesso di scovare la droga nel carcere femminile di Pozzuoli è stata relativamente rapida e sembra che gli agenti non ne abbiano risentito particolarmente. Ciononostante, come fece notare qualche anno fa il segretario del SAPPE Donato Capece, gli agenti di polizia penitenziaria si ritrovano spesso a fronteggiare situazioni ben più gravi senza alcun aiuto esterno.


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