Fare ricerca internazionale in economia e finanza a Napoli è possibile con il Csef


L’Università si sceglie anche in base alle prospettive di internazionalizzazione che offre: ecco perché dal 1998 l’Università di Napoli Federico II mette a disposizione dei neo laureati in economia un centro studi di ampio respiro per dottorandi e ricercatori. Il Centre for studies in economics and finance (Csef) è pienamente integrato nel Dipartimento di Economia e Statistica della Federico II, ma il centro è un’iniziativa interuniversitaria a cui partecipano l’Università di Salerno e l’Università Bocconi di Milano. Il centro studi, inoltre, fornisce pieno supporto anche al Master in economics and finances erogato dalla Federico II.

Il Csef ha una sua autonomia giuridica e oltre a collaborare con gli atenei italiani, invita a tenere corsi ricercatori e professori universitari da ogni parte del mondo, tra cui il DIW Berlin, l’Università di Uppsala, l’Università di Tecnologia di Sydney, la Stockholm School of Economics, la Kelley School of Business dell’Università dell’Indiana. Il Csef collabora anche con il centro di ricerca della Banca centrale europea (Bce).

Csef un centro di eccellenza per lo studio di economia e finanza

Da questa presentazione si evince quanto sia di alto profilo internazionale il Csef e quali prospettive apra agli studenti di economia e di finanza che si accingono a iniziare il suo percorso di studi in quest’area accademica.

Studiare qui economia e finanza permette allo studente di approfondire molteplici scenari di studio, tra cui percorsi dedicati alla valutazione delle attività e strategie di gestione degli asset di un portfolio, l’accessibilità dei mercati finanziari attraverso le barrier options, asset pricing, ed ancora corsi di pressione normativa e fire sales nel mercato obbligazionario corporate.

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I mercati finanziari: un mondo aperto a nuove opportunità

I mercati finanziari offrono oggi un mondo di opportunità; se prima accedere alle Borse era molto difficile e complesso, la digitalizzazione favorita negli ultimi decenni dalla New Economy ha permesso la nascita di nuove attività e strumenti finanziari. Questi ultimi sono diventati di facile accesso e spiegano bene come, ad esempio, si possono usare le già citate barrier option per trarre profitto.

Naturalmente, gli strumenti finanziari, frutto della ricerca nel campo della tecnofinanza (fintech), necessitano figure professionali con alle spalle studi accademici di alto profilo. La Federico II, per soddisfare tale esigenza del mercato del lavoro odierno, ha istituito un percorso universitario biennale dal titolo Economics and Finance del tutto in lingua inglese e riservato a quanti hanno già conseguito la laurea di primo livello.

Concludendo

La digitalizzazione ha racchiuso nel palmo di una mano l’intera infrastruttura mondiale dei mercati finanziari: sono ora accessibili tramite applicazioni che occupano pochi megabyte nei nostri smartphone e forniscono strumenti di investimento sempre più performanti e le opzioni barriera ne sono un esempio. Allo stesso tempo, i meccanismi di funzionamento di questi strumenti e di queste tecniche di trading richiedono un’alta competenza accademica che centri di ricerca internazionale, come quello partenopeo, possono fornire alle nuove generazioni di economisti ed ai futuri esperti dei mercati finanziari.


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