In memoria di Luigi Cinone, sammaritano doc stroncato dal Coronavirus


Si è spento in una stanza del Cotugno di Napoli, stroncato dal Covid-19. Luigi Cinone, sammaritano doc, si è ammalato dopo aver partecipato ad uno spettacolo al Teatro Garibaldi con in scena Giuliana De Sio lo scorso 24 febbraio. La notizia della positività dell’attrice si è appresa solo a marzo e diversi ammalati di Coronavirus della città di Santa Maria Capua Vetere quella sera era seduti sulle poltrone dello storico teatro della città. E’ probabile sia stato quello il momento in cui il nemico invisibile lo ha afferrato portandoselo per sempre.

 

Ieri sera la terribile comunicazione del sindaco Antonio Mirra attraverso la pagina ufficiale del comune. I suoi concittadini hanno inondato la sua bacheca facebook con messaggi di cordoglio, carichi di dolcezza e affetto per un uomo amato dall’intera comunità.

Luigi, laureato in Economia e Commercio, da ex direttore del Banco di Napoli aveva una forte passione per il teatro. Recitava e presentava numerose esibizioni, nella sua città che gli è stata madre affettuosa. Tra i suoi lavori si ricorda in particolar modo il docufilm “SMCV la meglio ora” dove interpreta un cittadino di Santa Maria Capua Vetere che ritorna nella sua città natale dopo molto tempo. Ripercorre le bellezze della città, i luoghi frequentati sin da bambino. «La sua voce profonda era perfetta per il docufilm – racconta il regista Pino D’Ambrosio – . Ci siamo conosciuti per caso e nei sette mesi in cui abbiamo realizzato il lavoro ho conosciuto una persona bellissima, dal grande cuore. Dal punto di vista professionale era bravissimo, era dotato di una elevata espressione artistica».

Luigi Cinone amava il Teatro Garibaldi e l’intera città così come i suoi concittadini. Amore ricambiato. «Amava tantissimo Santa Maria Capua Vetere, lui qui ci è nato. Conosceva aneddoti che ci hanno aiutato molto nel corso delle riprese. Era capace di adattarsi nell’interpretazione di diversi personaggi. Ha recitato come clachard in “Un Gesto d’amore” e insieme ai bambini raccontando la vita da scugnizzo in “Ti racconto Scugnizzi“».

Tanti i messaggi di cordoglio. Tra questi ricordiamo la lettera di un suo amico Renato D.R.

Il mio amico Gigi Meroni se n’è andato per sempre. Era questo il suo nome d’ arte di Gigi Cinone, sin dal 1970, giovane presentatore del clan del maestro Varone , noto impresario. Gigi alternava operazioni bancarie alle tavole di un palcoscenico: il suo grande amore, il teatro. Aveva scelto Meroni, in onore di un calciatore degli anni ’70  perché avevano in comune una barba foltissima. Dopo la telefonata di un amico sono rimasto incredulo, smarrito senza parole. La mia mente ha incominciato a fotografare i nostri 60 anni di amicizia. Tempo vissuta tra le piazze di S. Maria C.V. e la nostra azione cattolica di San Pietro. Lo seguivo d”estate nelle piazze dove si celebrava il santo patrono e Gigi presentava il concerto con i big  della t. Famosissimi. Uomo intelligente, sarcastico pronto alla battuta. Lascia un grande vuoto nella sua amata città. L’amava profondamente, la descriveva appassionatamente come facciamo noi (antichi sammaritani) più invecchiamo e più ci leghiamo alla nostra terra. Essa diventa la nostra seconda pelle. AMORE PURO. E adesso caro Gigi Meroni taccia la parola, da vecchio amico ti chiedo quando sarai sul palcoscenico del paradiso inizia presentando lo spettacolo con una preghiera dedicata ai tuoi tanti e tanti amici che ti hanno voluto bene. Buon viaggio Gigi Meroni
Ti penserò. Sempre nelle mie preghiere.


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