Gli affetti al tempo del coronavirus: sì alle visite ai congiunti, no ai fidanzati e agli amici

nonni


Il nuovo decreto annunciato ieri in conferenza stampa da Giuseppe Conte ha visto l’introduzione di un nuovo motivo per giustificare gli spostamenti: i congiunti. Si potranno quindi incontrare i parenti (nonni, zii, nipoti, sorelle e fratelli) ma senza creare feste o riunioni e sempre nel rispetto delle misure di sicurezza.

Come si legge nel testo del decreto:

“Sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie. In ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. E’ in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

CHI SONO I CONGIUNTI –  In tantissimi hanno cercato una risposta su internet per capire fino a che grado di parentela sono consentiti gli spostamenti e se è possibile incontrare i propri fidanzati.

Nel nostro ordinamento non si trova una definizione univoca del termine “congiunti” ma quella più completa si può rintracciare nel codice penale. In particolare nell’articolo 307, quarto comma che è stato modificato nel 2017 inserendo in questa categoria anche le unioni civili.

“Si intende per prossimi congiunti gli ascendenti, discendenti, coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, fratelli, sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti nondimeno, nella denominazione di prossimi congiunti, non si comprendono gli affini, allorchè sia morto il coniuge e non vi sia prole”.

Per la Treccani, la parola congiunto è invece sinonimo di parente e dà adito a un’interpretazione più larga del decreto:

“S. m. Parente: un mio c., una mia congiunta; avere, non avere congiunti; siamo stretti c., strettissimi c.; letter. come agg.: Le virtù patrie e la pietà congiunta (Foscolo), verso i congiunti”.

Sono esclusi da questa definizione i fidanzati e chiunque abbia una relazione amorosa non riconosciuta dalla legge o nessun grado di parentela. Per quanto riguarda le unioni civili sono consentiti gli spostamenti ma lo erano già da prima visto che secondo la legge Cirinnà chi ha contratto un’unione civile vive sotto uno stesso tetto:

“Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato”.

Dal 4 maggio, non sarà possibile incontrare quindi amici e fidanzati anche se si trovano a pochi passi da casa, mentre si potrà andare in un’altra Regione per visitare i congiunti. Le relazioni sociali al tempo del coronavirus sono quindi valide e possibili solo con persone che hanno legami di sangue o relazioni formalizzate per legge. La famiglia prima di tutto, con un ritorno al passato che fa sembrare retrogrado l’attuale governo.

 


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