È questo l’obbiettivo di un gruppo di ricerca guidato dai genetisti italiani Giuseppe Novelli, dell’Università di Roma Tor Vergata, e Pier Paolo Pandolfi, del Beth Israel Deaconess Medical Center, a Harvard University, in collaborazione con un gruppo canadese e uno indiano.
Sono stati trovati tre anticorpi monoclonali sintetici capaci di bloccare la principale arma del nuovo coronavirus, la proteina Spike con cui il virus invade le cellule, e sperimentarli sull’uomo è l’obbiettivo di questo gruppo di ricerca. La notizia è riportata dall’Ansa.
La ricerca ha previsto una rassegna di milioni molecole conservate nella banca dati canadese ma alla fine ne sono state selezionate una decina con le caratteristiche migliori per contrastare l’azione del nuovo coronavirus. “Fra quelle selezionate, tre mostrano di avere i requisiti migliori, sono candidati fortissimi per diventare farmaci“, ha osservato Novelli. “Sono tre anticorpi neutralizzanti – ha aggiunto – che si legano alla proteina Spike, modificane la struttura“.
L’idea, adesso, è di organizzare uno studio clinico multicentrico fra Canada, india e Italia. “Stiamo preparando il dossier relativo alla richiesta di sperimentazione e auspichiamo che i test clinici possano essere condotti nell’Università di Roma Tor Vergata e in collaborazione con l’Istituto Spallanzani“, ha detto Novelli. “Stiamo inoltre cercando di “sensibilizzare istituzioni pubbliche, fondazioni e privati che volessero sostenerci nella sperimentazione“.
In vista dei test clinici è infatti necessario provvedere anche alla produzione di piccole quantità del farmaco garantendo tutti i requisiti di purezza. Quanto al dossier da presentare all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per la richiesta della sperimentazione clinica, Novelli ha detto che è in preparazione, in sintonia con Canada e India.
L’obiettivo è poter usufruire della corsia veloce prevista dall’Aifa per le ricerche su farmaci e vaccini anti Covid-19: “se tutto andrà bene – ha detto Novelli – i test potrebbero partire tra giugno e luglio su piccoli gruppi di persone per ogni centro clinico in Italia, a seconda delle indicazioni dell’Aifa”.
“Gli anticorpi monoclonali – conclude il genetista -, potrebbero essere i primi farmaci intelligenti contro il virus senza essere in competizione con il vaccino”.