Lina Sastri ricorda Eduardo: “Un uomo solo con tanti insegnamenti da dare”


A 120 anni dalla nascita di Eduardo De Filippo, sono tante le iniziative che sono state ideate in suo onore. Rai 5 trasmetterà le sue commedie fino a novembre, e la Zecca di Stato ha coniato in suo onore una moneta commemorativa. Oggi anche un’altra grande del teatro ricorda Eduardo: l’attrice partenopea Lina Sastri.

In un articolo di Repubblica, Lina Sastri ricorda le sue primissime esperienze sul palcoscenico, e il suo incontro con il maestro De Filippo. “Io avevo appena debuttato nel Masaniello, abitavo a 300 metri dal Teatro San Ferdinando e mi avvisarono che il Maestro cercava una giovane interprete. Mi scelse, credo, con un criterio fisico, facciale, per fare la comparsa nel Sindaco del rione Sanità, la fidanzatina d’un boss, una in abiti moderni e sfacciati.

Il ruolo richiedeva che, oltre a un abito vistoso, l’attrice indossasse anche dei gioielli. “Io ero molto sicura di me, e una sera, stando in fondo alla tavolata dove teneva banco il sindaco, pensando di non essere vista, non m’agghindai. Eduardo recitando salutò vistosamente le donne con bracciali e collane, e poi guardò me. Mi sentii gelare. Che lezione“.

Lina Sastri ricorda i duri rimproveri del grande Eduardo, che scorse fin da subito il suo grande talento e la spronò a migliorare. “In camerino inneggiai a Strehler, e poco dopo in una prova lui mi fulminò ‘non sapite manco cammina’, e volete andare da Strehler'”.

L’attrice, ad ogni modo, ebbe l’occasione di dimostrare tutta la sua bravura e il suo estro creativo in una delle commedie più amate di Eduardo: Natale in casa Cupiello. Per la messa in scena di quell’opera, il Maestro le assegnò un ruolo chiave: quello della figlia Ninuccia. “Nel finale tossii e gli sembrai commossa“, racconta Lina Sastri, “ma mi sostenne sottovoce mormorandomi ‘Non è vero, stiamo recitando’“.

Oggi la grande attrice partenopea ricorda con affetto il suo Maestro, un uomo dal carattere complicato, schivo, che in pochi sapevano comprendere. “Era un uomo solo, con tante responsabilità, infiniti pesi, e insegnamenti artistici che si traducevano in esempi e fatti più che in parole“.


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