Cotugno, cala il numero degli intubati da 24 a 3 grazie anche alla cura Ascierto


Cotugno di Napoli – cala il numero degli intubati grazie anche alla cura Ascierto. L’Italia sta pian piano uscendo fuori dalla crisi sanitaria, anche se il bollettino di oggi registra ancora un numero elevato di nuovi contagi.

Il maggior numero dei contagiati è al Nord – precisamente in Lombardia – mentre al Sud e in Campania i numeri non sono mai aumentati in modo drastico e preoccupante. L’Ospedale Cotugno di Napoli è stato il primo in città ad affrontare l’emergenza e mettersi in prima linea sia nel ricovero dei pazienti che nell’effettuare i tamponi.

E ora i dati che arrivano dall’ospedale sono davvero incoraggianti. Come riporta Cronache di Napoli, meno di 20 pazienti sono ricoverati al Cotugno e soltanto 3 sono intubati in rianimazione (rispetto ai 24 di qualche settimana fa) e a riferire questi dati è il dirigente dell’unità operativa di Oncologia Vincenzo Montesarchio.

La cura Ascierto – che ha fatto il giro del mondo – ha sicuramente contribuito ad aiutare la causa e infatti in questi giorni si è guadagnato l’apprezzamento dell’ Agenzia italiana del farmaco.

Montesarchio ha commentato: “Siamo contenti di questo risultato, adesso aspettiamo i dati definitivi e guardiamo con interesse allo studio della fase 3, per il quale è concluso l’arruolamento e che vede in campo diverse nazioni, in testa gli Stati Uniti. Si tratterrà di uno studio più lungo del nostro: ad alcuni pazienti sarà somministrato il Toci farmaco proposto da Ascierto ad altri un placebo e saranno valutati i risultati“.

Secondo quanto certificato dall’Aifa, “a 14 giorni il tasso di letalità è risultato del 18,4% nell’analisi primaria considerando tutti i pazienti. Questi risultati non sono statisticamente significativi rispetto al 20% di letalità attesa definita a priori sulla base dei dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità. I risultati sono invece statisticamente significativi a 30 giorni, quando i valori di letalità sono del 22,4% rispetto a una letalità ipotizzata a priori superiore al 30%“.


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