De Magistris su festeggiamenti a Napoli: “Non partecipo alla sagra dell’ipocrisia”


Il sindaco di Napoli, nella giornata di ieri, si è espresso duramente sulle critiche ai tifosi napoletani in seguito ai festeggiamenti per la vittoria in Coppa Italia. Un atteggiamento che de Magistris definisce “la sagra dell’ipocrisia“, e dal quale prende le distanze.

Non voglio partecipare alla sagra dell’ipocrisia“, ha dichiarato il primo cittadino a Sky Tg24. “Solo chi non conosce il calcio poteva immaginare che, dopo la vittoria del Napoli (che tutti sanno cosa significa per chi è tifoso), le persone sarebbero rimaste in casa. Io preferisco non essere ipocrita”.

“Inoltre, aggiunge il primo cittadino, “non capisco chi sarebbe dovuto intervenire: dovremmo fare appello al lanciafiamme rimasto senza fuoco del presidente della Regione, visto che è lui che in qualche modo governa dall’alto il tema degli assembramenti?

Né tanto meno ritengo che si potesse ipotizzare che le forze dell’ordine intervenissero a separare le persone con il battipanni. Bisogna essere onesti: o non si facevano più giocare le partite di campionato e Coppa fino a settembre, o in qualche modo quanto accaduto ieri sera è inevitabile senza che si addossi la colpa al Governo, alla Regione Campania, al sindaco, alle forze di polizia”.

Una posizione, quella del sindaco, condivisa apertamente anche da Enrico Mentana. Il giornalista, allo stesso modo di de Magistris, ha lasciato intendere che fosse segno di ipocrisia permettere la ripresa del calcio senza contare il pericolo di assembramenti.

Inoltre, non tutti i tifosi napoletani si sono lanciati in festeggiamenti così rischiosi. Come racconta il sindaco, c’è chi “è rimasto a casa, chi è sceso con la mascherina, chi ha esultato in modo sobrio. Ciò che mi spiace invece, in virtù dell’amore che la stragrande maggioranza dei napoletani ha per la città, è vedereatti di danneggiamento a beni monumentali.

Questo mi amareggia molto, perché si può festeggiare, gioire e godere di una giornata così bella avendo contestualmente rispetto per la città. Ho sempre pensato che amare la squadra vuol dire in primo luogo amare la città di Napoli”.


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