Volontario morto in Colombia. La madre: “Non si è suicidato, ce l’hanno ammazzato”


Ancora molte ombre sul giallo di Mario Paciolla, volontario napoletano trovato morto nel suo appartamento in Colombia, dove viveva da 5 anni. Anna Motta, la madre, rompe il silenzio secondo quanto riportato da Il Mattino.it.

Una prima ipotesi era stata quella del suicidio ma, la polizia locale adesso ha aperto la pista di un probabile omicidio. Proprio in relazione ad un eventuale tentativo di suicidio la madre interviene: “È un’offesa per noi sentir dire che mio figlio si sia suicidato. Un’offesa oltre il dolore indicibile. Ce l’hanno ammazzato e noi non ci arrenderemo finché non avremo giustizia. E lo Stato deve aiutarci”. “Mario era un ragazzo meraviglioso”, prosegue.

Palesemente addolorata e con la voce che trema, Anna vive nella zone del Rione Alto a Napoli. A consolarla sono il marito Giuseppe e le altre due figlie della coppia. Tutti soffrono per questo dolore immane che li ha colpiti. Nessuno di loro si dà pace per questa fine tanto assurda quanto misteriosa.

33enne da pochi mesi, laureato a pieni voti in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, Mario aveva grandi passioni, il basket, la lettura e la politica internazionale. Si batteva contro le ingiustizie, per tanti anni ha prestato attività di volontariato a Napoli, la sua città.

Mio figlio negli ultimi mesi era strano racconta Anna agitato, mi diceva di voler tornare a Napoli perché si sentiva sporco. Che voleva lavarsi nel mare di Napoli. Già da mesi mi raccontava che c’era qualcosa che non gli piaceva in quello che faceva e in una delle ultime chiamate mi ha detto di essersi esposto troppo e di essersi messo in un guaio. Si occupava di un progetto che prevedeva la trasformazione in un percorso di rafting di un fiume nella Foresta Amazzonica, noto per il trasporto di cocaina da parte dei narcotrafficanti. Mi aveva mandato anche un documentario”. Continua la madre sconvolta.

Doveva tornare a Napoli il 20 luglio insieme ad un collega, non si è suicidato ne sono certa. Nelle ultime telefonate, cosa che mi ha preoccupato molto, mi ha detto che ringraziava me e suo padre per ciò che abbiamo fatto per lui e che ci volesse bene. Mi è sembrato strano. Non so chi abbia potuto ucciderlo. Faremo esposto alla procura della Repubblica, la verità deve venire a galla”.

Giustizia quindi per la famiglia di Mario e per la sua anima, se si fosse trattato di omicidio, siamo uniti nella speranza che chi lo abbia commesso debba pagare duramente.


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