Save the Children, 7 genitori su 10 hanno timore per il rientro a scuola


Save the Childre- dossier sul rientro a scuola. Attese, incertezze e sogni all’avvio del nuovo anno scolastico. Un’indagine inedita, in collaborazione con IPSOS, che raccoglie il punto di vista delle famiglie con figli sull’impatto del lockdown e sul prossimo rientro a scuola: è questo il nuovo dossier rilasciato da Save the Children.

Il 68% dei genitori non ha ricevuto comunicazioni dalla scuola sulle modalità organizzative per il rientro. Il 37% dei genitori teme variazioni di orario incompatibili con il lavoro, che per i bambini più piccoli, in un caso su quattro, significa affidarli ai nonni.

E la crisi economica si abbatte sull’educazione: un genitore su dieci crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici, mentre il 20% teme di non poter più sostenere il costo della mensa scolastica. A pochi giorni dal ritorno in classe, Save the children pubblica l’indagine inedita realizzata da Ipsos tra il 4 e il 18 agosto e contenuta nel rapporto ‘La scuola che verrà: attese, incertezze e sogni all’avvio del nuovo anno scolastico’, sottolineando come i bambini siano “ancora una volta agli ultimi posti nelle priorità dell’agenda politica”.

Incertezze sulle modalità di ripresa

Guardando al nuovo anno, sette genitori su dieci dichiarano di avere preoccupazioni relative al rientro a scuola: la principale è data dall’incertezza circa le modalità di ripresa (60%), seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico (51%) e quindi dalle possibili variazioni di orario di entrata/uscita da scuola che potrebbero non essere compatibili con gli impegni lavorativi dei genitori (37%), specialmente per chi ha bambini di 4-6 anni (45%).

In questo caso i nonni, per chi li ha, tornano ad essere il pilastro del welfare familiare, per il 22% dei genitori intervistati. Anche la rinuncia al lavoro o la riduzione dell’orario lavorativo sembra essere una delle opzioni delle famiglie, in particolare quelle con figli più piccoli: una scelta che però – confermando ancora una volta la differenza di genre del nostro Paese – ricadrebbe principalmente sulle madri (14%) più che sui padri (2%).

Garantire il rispetto delle norme sanitarie su mezzi pubblici e scolastici resta ancora un nodo irrisolto sui territorio. Basti pensare che per raggiungere la scuola circa uno studente su 3 (il 30%) utilizza mezzi pubblici o scolastici con ampie variazioni legate all’età (solo il 12% di coloro frequentati la materna, il 18% delle elementari, il 38% delle medie e il 55% delle superiori). Friuli-Venezia Giulia (41%), Marche (43%) e Abruzzo (39%) le regioni dove gli studenti devono maggiormente ricorrere al trasporto pubblico o scolastico per recarsi a scuola.

Tra le principali preoccupazioni con cui le famiglie si trovano a fare i conti con la ripresa dell’anno scolastico emerge anche l’apprensione legata alle difficoltà di apprendimento, dopo i lunghi mesi di lockdown. Sebbene quasi tutti siano stati ammessi alla classe successiva senza debiti, quasi un genitore su 5 (il 18%) ritiene che il proprio figlio non sia pronto ad affrontarne il programma a causa della perdita di apprendimento conseguente alle condizioni imposte dal confinamento.

Un ritorno a scuola ancora pieno di dubbi e incertezze, a poche settimane dal rientro. Ancora non si conoscono le modalità delle lezioni e le precauzione da prendere sia per i bambini che per gli insegnanti. Il Presidente della Campania De Luca ha già annunciato che il ritorno in classe sarà posticipato al 24 settembre, pochi giorni dopo le elezioni.


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