Nuovo Dpcm, guerriglia a Milano e Torino: scontri con la polizia, vetrine distrutte


Ancora proteste contro il l’ultimo Dpcm di Conte. Dopo Napoli, è toccato a Torino e Milano. Vere e proprie scene di guerriglia urbana per protestare contro la chiusura di tutti i bar e ristoranti dopo le 18.00. A Napoli, tutto è iniziato venerdì scorso quando migliaia di persone hanno attraversato le zone del centro città con le peggiori intenzioni. Non è stata una protesta pacifica a causa di alcuni infiltrati: violenza contro la polizia, giornalisti e auto vandalizzate.

Tutta la nazione si è indignata per un simile scempio, continuando ad affermare che andava fatta una protesta pacifica e non così violenta. Attaccata da tutto il mondo mediatico, la città di Napoli non è la stata la sola a dare vita a una rappresaglia contro il governo. Ieri sera infatti a Milano e Torino scene simili si sono verificate dopo l’orario fissato per il coprifuoco.

Una vera e propria guerriglia urbana con bottiglie lanciate in aria e pestaggi agli agenti di polizia. Nel capoluogo piemontese nello specifico tanti sono stati i gesti violenti. Lancio di petardi, cassonetti gettati per terra, vetrine dei negozi distrutte con conseguente furto degli oggetti presenti. A tal proposito leggiamo il tweet di Edoardo Mecca, noto youtuber.

Oltre due ore di panico con un bilancio raccapricciante che ha visto una decina di poliziotti feriti e un fotoreporter colpito alla testa da una bottiglia. Tra vari arresti e denunce speriamo sia arrivata la parola fine a questo degrado.

Le forze dell’ordine presenti sono dovute ricorrere al lancio di lacrimogeni e alle cariche di alleggerimento per contrastare la folla inferocita. Oltre tutto questo, vogliamo ricordare che esistono per fortuna anche altri tipi di protesta.

Toccante a tal proposito è stata quella organizzata in piazza del Plebiscito a Napoli dopo le 18.00 di ieri pomeriggio. Ristoratori e baristi hanno fatto sentire la loro voce, straziata dall’ansia, in modo pacifico, tanti gli striscioni così come è tanta la paura di chiudere.

Anche a Lecce e a Trieste non sono mancate le proteste, una ribellione quindi che vede coinvolta tutta l’Italia che sa dove colpire ma non sa bene come difendersi da tutte queste ordinanze. Che così si possa ottenere qualcosa è da vedere, ciò che è certo è che la violenza non va mai assecondata né giustificata.


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