Sospensione abbonamenti gratuiti, lo sfogo di una studentessa: “I nostri sacrifici non considerati tali”


Anche se le lezioni in Campania sono sospese (sia per volere del governatore De Luca che per la collocazione della Regione in zona rossa), non tutte le attività universitarie si svolgono a distanza. In particolare i corsi per i medici che si stanno formando necessitano della modalità in presenza. Per questo il Presidente della Commissione Infrastrutture e mobilità del Consiglio Comunale di Napoli, Nino Simeone, ha chiesto una deroga alla sospensione degli abbonamenti gratuiti per gli studenti voluta dal Consorzio Unico Campania.

Nel documento inviato a De Luca, al Presidente del Consorzio Unico Campania e a quello della Commissione Trasporti della Regione si legge:

“A seguito di varie segnalazioni di protesta, pervenute da parte di studenti universitari specializzandi, si è appreso della sospensione della validità degli abbonamenti agevolati studenti da parte di Unico Campania per tutti coloro che ne usufruivano. Poichè non tutte le attività in presenza risultano sospese, vedi i corsi per medici in formazione specialistica compresi i tirocini, i corsi di formazione specifica in Medicina Generale, nonché le attività dei tirocinanti nelle professioni sanitarie, così come da punto 3 della allegata circolare “zona rossa”emanata dall’Università Federico II, si chiede di valutare una deroga per tali tipologie di studenti al provvedimento restrittivo messo in atto dal Consorzio Unico Campania“.

Ma la richiesta di deroga alla sospensione degli abbonamenti gratuiti per gli studenti, secondo una studentessa partenopea Cristina Sebastiano, deve essere fatta per tutti. Sono tanti infatti gli studenti che necessitano di spostarsi per motivi legati allo studio. Come ci spiega in una lettera:

“Sono una giovane studentessa universitaria e invio suddetta lettera per sottolineare il mio totale disaccordo circa la decisione presa dal consorzio. In particolare, trovo che sia abbastanza fuorviante e vergognoso il messaggio fatto passare nell’avviso pubblicato sul sito:

“Da qui la decisione di sospendere la validità degli abbonamenti gratuiti, che vuole rappresentare anche un messaggio, ai più giovani, di restare a casa, di evitare tutti gli spostamenti non strettamente indispensabili, in modo da facilitare il decremento della curva dei contagi e il ritorno, da tutti auspicato, alla normalità”.

A tal proposito, mi chiedevo: qual è il messaggio che volete trasmettere ai giovani? Ve lo riassumo dal mio punto di vista: i vostri sacrifici in quanto studenti non sono considerati tali nella nostra società. Andare in biblioteca per cercare di completare con mille disagi una ricerca tesi, non è uno spostamento strettamente indispensabile. Recarsi a Napoli per completare un tirocinio curriculare, strettamente necessario al completamento di un percorso di studi (data la valenza in cfu), è uno spostamento non essenziale. Sfortunatamente, in quanto studenti universitari, abbiamo delle scadenze da rispettare così come tasse da pagare per la mancata osservanza degli adempimenti nei tempi disposti dai nostri atenei.

Inoltre, vorrei ricordarvi che per chi come me non vive a Napoli centro, uno spostamento dalla provincia di Giugliano alla sede universitaria, mi costa la bellezza di 5,40€ al giorno. Inoltre, data l’impossibilità di recarsi un’unica volta in biblioteca e dover aspettare che le nostre richieste siano accettate di volta in volta, implica il doversi recare a Napoli più volte alla settimana. Le faccio il mio esempio: questo mercoledì ho avviato la richiesta di un prestito di 5 volumi alla biblioteca del mio dipartimento (BRAU); il primo volume l’ho potuto ritirare Giovedì, gli altri quattro dovrò ritirarli il prossimo lunedì. Venerdì, invece, mi sono recata nuovamente a Napoli per poter ritirare altri volumi alla Biblioteca dell’Instituto Cervantes. Con la sospensione del mio abbonamento studente, il costo da sostenere è di ben 16, 20€ (non contando le spese che dovrò affrontare per la restituzione dei volumi e l’attivazione di nuove richieste di prestito).
Nel mio caso, l’emergenza coronavirus non ha avuto conseguenze sulla stabilità lavorativa dei miei genitori, ma ci sono tantissime famiglie che stanno vivendo una situazione economica di assoluta precarietà. La vostra decisione, pertanto, non fa altro che gravare sulle spese da sostenere. Vi invito, dunque, a riconsiderare la decisione presa. Con la speranza che il mio messaggio possa dar voce all’indignazione di altri studenti, resto in attesa di un gentile riscontro”.

 


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