Pino De Stasio: “Il covid è infame. Mio cognato stava bene, poi è stato ricoverato in gravi condizioni”


Il coronavirus è un nemico infido e imprevedibile, che da un momento all’altro può stravolgere la vita di una persona nel fiore degli anni. Lo dimostra la storia raccontata dal consigliere municipale Pino De Stasio, che ha visto il cognato colpito dal covid rischiare la vita.

La mia amatissima famiglia, quella più stretta e congiunta al mio sangue, ha sfiorato la tragedia“, racconta De Stasio. “Inefficienze, superficialità, estetica dei soccorsi, stavano facendo precipitare il nostro caldo nido, nelle buie tenebre della morte senza speranza.

Tamponi che risultano negativi e che successivamente ridiventano positivi su mio cognato Antonio, mia sorella Rosanna, mia nipote Roberta. La febbre per alcuni di loro, una leggera tosse, le cure. Seguono sin dai primi sintomi, dopo l’acclarata positività, i protocolli sanitari domestici: eparina, cortisonici, antibiotici, vitamine etc.

Saturimetro e termometro come scettri della malattia, il monitoraggio ogni ora. Il sentirsi meglio di Antonio, sin dai primi giorni di marzo, ci rincuora, mia sorella e mia nipote, con le mie pronipoti, sono di fatto paucisintomatiche. Improvviso il dramma”.

Il Covid è un virus infame“, commenta De Stasio, “credo che abbia nella sua mortale missione anche una specie di sadismo evolutivo. Prima ti illude che stai guarendo, poi ti piomba il colpo mortale. Antonio vede precipitare nel giro di due giorni la saturazione: 95, 93, 91…

Inizialmente i medici rassicurano Antonio, ma davanti agli occhi dei familiari lui comincia a peggiorare sempre più. “Poche ore e la saturazione precipita a 88, sappiamo bene che non c’è un minuto da perdere: chiamiamo un’ambulanza privata e portiamo Antonio al Cotugno. Mio cognato arriva in condizioni “severe”, la Tac ai polmoni descrive un quadro quasi disperato: 17 su 20 (chi è medico capirà bene).

Il personale medico del Cotugno attiva tutte le procedure di emergenza pronto ad intubarlo, se non avesse reagito alle primissime cure. Antonio dopo 24 ore si riprende, ma con il ritmo dell’affanno continuo. I medici gli cambiano la mascherina e ne usano un’altra molto complessa, ma efficacissima. Ora Antonio sta bene, respira come un giovane trentenne, ieri la nuova Tac polmonare, finalmente in prodigiosa guarigione”.

Il Cotugno è una straordinaria eccellenza, il reparto di tisiologia che non so nemmeno da chi è diretto, ha dato prova di enorme e grande professionalità, senza dimenticare l’umanità“, afferma De Stasio. “Di fronte a tanta approssimazione nelle interfacce sanitarie intermedie, brilla sulla collina di fronte ai Camaldoli una struttura che fa invidia al mondo intero. Antonio ora è salvo“.

La mia amatissima famiglia, quella più stretta e congiunta al mio sangue, ha sfiorato la tragedia.
Inefficienze,…

Pubblicato da Pino De Stasio su Martedì 23 marzo 2021


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