Vaccini, slitta la seconda dose: per Pfizer e Moderna richiamo dopo 42 giorni


Il Cts, Comitato Tecnico Scientifico, ha raccomandato di estendere a 42 giorni l’intervallo di tempo compreso tra la somministrazione della prima e della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna. L’indicazione è contenuta nel parere allegato a una circolare del Ministero della Salute.

Cts, slitta la seconda dose per Pfizer e Moderna

In essa si legge: “In relazione all’evoluzione nella conduzione della campagna vaccinale contro Sars-Cov-2, il Cts rimarca che rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati che, in ragione di connotazioni anagrafiche o per patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di covid-19 marcatamente gravi o addirittura fatali”.

“Sulla scorta di questa considerazione, pur a fronte di studi registrativi che indicano come l’intervallo tra la prima e la seconda dose di vaccini a Rna (Pfizer e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose”.

Dunque se inizialmente era stato considerato preferibile effettuare il richiamo tra i 21 e i 28 giorni seguenti alla prima dose, attualmente si raccomanda di estendere tale arco temporale. Per i vaccinati con Pfizer e Moderna si consiglia di somministrare la seconda dose, completando il ciclo vaccinale, circa 42 giorni dopo la prima.

La motivazione è la seguente: “La somministrazione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima non inficia l’efficacia della risposta immunitaria. La prima somministrazione di entrambi i vaccini a Rna conferisce già efficace protezione rispetto allo sviluppo della patologia covid-19 grave in un’elevata percentuale di casi”.

“In uno scenario in cui vi è ancora necessità di coprire un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o addirittura fatali di covid-19, si configurano condizioni in cui è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile”.

Dunque, una scelta che si lega alla necessità di dare la possibilità a più persone possibili di effettuare almeno la prima dose, potendo godere in tal modo già di un’ampia protezione. Intanto, continuano anche le sperimentazioni per mettere in distribuzione un vaccino adatto alla popolazione pediatrica.


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