SMCV, flop di Salvini: “Sono vicino a chi vive il carcere ma non incontro i detenuti”


Ancora un grosso scivolone del leader della Lega Matteo Salvini, che oggi si è recato a Santa Maria Capua Vetere per mostrare solidarietà agli agenti di polizia penitenziaria. Sono 52 gli indagati nel processo sui fatti del 6 aprile 2020, quando, in seguito a una protesta, i detenuti della casa circondariale Francesco Uccella sarebbero stati pestati violentemente da alcuni poliziotti.

In pochi giorni, le immagini delle violenze e le testimonianze dei carcerati hanno fatto il giro del web e contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di vita nei carceri. A un simile fenomeno non poteva restare indifferente il leader del Carroccio, che, a margine del suo incontro con gli agenti di polizia penitenziaria, ha sottolineato come simili fenomeni siano da condannare:

Chi sbaglia paga, punto. Soprattutto se indossa una divisa. Questo però non vuol dire infamare e mettere a rischio la vita di 40mila uomini e donne in divisa del corpo della polizia penitenziaria che rendono questo paese un paese più sicuro. La giustizia faccia il suo corso, se ci sono state delle violenze vanno punite, però non accetto le minacce di morte che stanno arrivando, gli insulti, anche da parte dei clan della camorra.

Se c’è stato qualche detenuto che è stato oggetto di violenza è inaccettabile, perché il carcere deve essere un luogo sicuro, sia per chi è dentro da criminale sia per i lavoratori che seguono i criminali. Le scuse alle famiglie sono sacrosante. Mettetevi però nei panni di uomini e donne di tutta Italia che domani si alzano e devono fare i poliziotti, gli psicologi, i medici, gli assistenti sociali… ecco, che questo disastro, che è una sconfitta dello Stato, serva per nuove assunzioni, per la revisione delle piante organiche, per nuove divise, nuovi strumenti di difesa e dialogo”.

Alla domanda se abbia portato solidarietà anche ai detenuti, oltre che agli agenti, Salvini risponde: “Assolutamente. Io sono vicino a chi vive il carcere“. Ma poco dopo ammette: “I detenuti non li ho incontrati. Potrò decidere di incontrare chi voglio?“.

Insomma, il senatore Salvini continua a lanciare messaggi ambigui: prima mostrando solidarietà alle forze dell’ordine in una vicenda molto delicata che vede emergere tanti indizi a loro sfavore, poi evitando di incontrare i detenuti, coloro che in questo momento hanno davvero bisogno di sentire la presenza forte dello Stato. La condanna verbale della violenza non basta, e ancora una volta, i gesti di Salvini non corrispondono decisamente alle sue parole.


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