Aumento del costo del grano, in Campania salirà vertiginosamente il prezzo del pane e della pasta


Una “tempesta perfetta” la definisco gli addetti ai lavori quella che sta per abbattersi sulle spese quotidiane degli italiani. Aumentano, infatti, il costo del grano e della farina in maniera vertiginosa, portando i beni di prima necessità a raggiungere livelli record. Una combinazione quella tra il boom del costo delle materie prime e l’aumento della domanda che comincia a preoccupare. Spaventa soprattutto i panificatori campani, con il rischio sempre crescente dell’aumento del prezzo del pane di circa €1,oo al kg.

La Regione Campania con i suoi circa 4000 panificatori, di cui 1500 solo a Napoli e provincia, è il fulcro del mercato italiano con più altro consumo di pane e affini. Non stupisce quindi che il grido d’allarme arrivi proprio da loro. “Abbiamo rilevato notevoli aumenti, in particolar modo per la semola, che ha raggiunto i 35/40 euro al quintale e per le farine tenere, che superano i 10 euro.” sono le parole riportate da IlMattino.it di Domenico Filosa, presidente di Unipan Campania Confcommercio. Prezzi finora mai raggiunti, che difficilmente potranno esser sostenuti dai panificatori. “Siamo molto preoccupati per la situazione e non vediamo possibilità di riduzione per il futuro.”

Aumento del costo del grano, si arriva ad un incremento del 17,7% per il frumento

I costi delle materie prime, di conseguenza, sono destinati a ricadere sui consumatori, determinando coì l’aumento del prezzo del pane. “Chiediamo alle istituzioni di intervenire rapidamente.” è l’appello dell’associazione. L’aumento a due cifre denunciato è stato confermato da Confersercenti che ha calcolato un incremento dei all’origine del 10% per il frumento duro e del 17,7% per il frumento tenero in un anno. Un fenomeno che ha determinato l’aumento del prezzo della pasta, ancora prima di quello del pane.

“Negli ultimi 2 o 3 mesi sono aumentati tutti i prezzi.” spiega Giuseppe Pappacena, titolare di due panifici a San Giuseppe Vesuviano e continueranno ad aumentare. La farina, ad esempio, sta per aumentare di 5 centesimi al kg, come preannunciato dai mulini. “Non abbiamo scelta. O i mulini si adeguano o dovremo aumentare il pane, con 1 euro al kg in più. Stiamo vendendo a €1,80, ma presto saremo costretti ad arrivare a €2,80.” Si rischia quindi una “situazione insostenibile sul fronte dei prezzi”, come spiega Davide Trombini, presidente assopanificatori di Fiesa Confesercenti. “A queste condizioni, i fornai non ce la possono fare a non aumentare i prezzi al dettaglio. Occorre un’azione di vigilanza sui prezzi all’ingrosso ed evitare operazioni speculative sulle materie prime. Non vorremmo che alla fine si parlasse di caro pane o altro.”

Il costo del grano duro nazionale si è arrestato in avvio di settembre, dopo l’aumento registrato tra luglio e agosto. Lo si ricava dall’analisi sul mercato cerealicolo di BMTI, su dati delle Camere di Commercio e delle Borse Merci nazionali. I prezzi attuali, però, sfiorano comunque livelli da primato. Come si legge infatti nel dossier, nel mercato del grano duro persistono elementi di tensione sia a livello nazionale che internazionale. Anche per il grano tenero, le elaborazioni di BMTI mostrano un rallentamento in avvio di settembre, nonostante il costo rimanga elevatissimo.


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