Violenze in carcere, ricorsi respinti in Cassazione: 8 agenti restano ai domiciliari

Pestaggio dei detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere


Ha preso una nuova svolta la vicenda delle violenze documentate nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: le accuse mosse contro alcuni agenti di Polizia Penitenziaria sono state confermate anche in Cassazione. A riportare la notizia è l’Ansa.

Violenze in carcere, inammissibili tre ricorsi: la Cassazione li respinge

Nella giornata di ieri sono state poste al vaglio della Corte di Cassazione le posizioni di alcuni agenti, ancora sottoposti a misure di restrizione della libertà personale. La Corte però ha dichiarato inammissibili tre ricorsi, rigettando dunque gli altri nel merito.

Le accuse a carico dei poliziotti penitenziari comprendono tortura, lesioni e reati di falso. Resteranno dunque ai domiciliari otto agenti in tutto: tra questi vi è Gaetano Manganelli, che nell’aprile del 2020 era il comandante delle guardie penitenziarie del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in seguito trasferito.

Gli avvocati difensori degli agenti avevano puntato sulla mancanza di esigenze cautelari. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, infatti, ha notificato agli indagati l’avviso di chiusura indagini il 9 settembre scorso, ragion per cui, stando alle parole dei legali, non sussisterebbe più l’esigenza cautelare del pericolo di reiterazione del reato.

In quel giorno, la Procura ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di 120 persone, tra personale della polizia penitenziaria e funzionari. Gli indagati sono accusati a vario titolo di tortura, lesioni, abuso di autorità, falso in atto pubblico e cooperazione nell’omicidio di un detenuto, Lamine Hakimi,


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