Direttore Loreto Mare: “Corsie piene ma reggiamo. Omicron attacca anche i vaccinati”


Napoli La variante Omicron attacca anche le persone vaccinate, ma con conseguenze non pesanti. Michele Ferrara, direttore dell’ospedale Loreto Mare, ha spiegato all’Ansa qual è la situazione nel nosocomio che per la terza volta da inizio pandemia è stato convertito come centro Covid.

“Siamo alla terza esperienza di trasformazione in ospedale covid e abbiamo da subito le corsie piene, i 50 posti di degenza al via dal 5 gennaio sono stati subito occupati. Ieri ne avevamo occupate in terapia intensiva cinque su otto – spiega Ferrara – ma stamattina si sono liberati due posti, quindi ne restano tre occupate e non ho nuovi trasferimenti al momento. Si va avanti così, con miglioramenti o peggioramenti”.

La predominanza di Omicron affolla dunque le corsie in degenza ordinaria, a causa della maggiore contagiosità, ma grazie ad una tendenziale minore gravità dei sintomi provocati non si registra un’emergenza per quanto riguarda le terapie intensive. La variante resta tuttavia da non sottovalutare specialmente in riferimento alle persone fragili, maggiormente a rischio proprio per l’elevata contagiosità.

“Sui 50 posti letto degenza – continua il direttore del Loreto Mare – c’è sempre una richiesta importante ma il turn over è maggiore rispetto alla precedente ondata. Stiamo reggendo: ne ho dimessi tre stamattina ma nel pomeriggio si occupano immediatamente. In generale c’è un minore impegno sui problemi broncopolmonari; rispetto alle ondate precedenti, ci sono, ma minori. Sui pazienti c’è anche un ottimo lavoro esterno dell’Usca: arriva qui solo chi ha bisogno di cure complete all’ospedale, se le cure si limitano al controllo sul territorio l’Usca lo fa in maniera ottima, anche meglio di prima, sono ormai esperti del covid”.

“Le persone fragili sono più attaccabili dal covid e hanno conseguenza maggiore. C’è una forte impronta di malattie a cui si unisce il covid, penso alle malattie rare ma anche al diabete, alle patologie broncopolmonari, alle malattie cardiache, tutte già precedentemente esistenti”.


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