De Luca presenta la nuova sanità Campana: “Creeremo 169 case per la comunità e 45 ospedali”


Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha parlato oggi in conferenza stampa del nuovo piano sanità. Il covid ormai sembra essere alle spalle ed è in programma una seduta della cabina di regia che dovrebbe confermare il passaggio della Regione in zona bianca. Per questo si parla già del futuro e dei fondi del Pnrr che impatteranno positivamente sull’Italia con investimenti di oltre 8 miliardi e un miliardo che è dedicato agli ospedali sicuri.

NUOVA SANITA’ IN CAMPANIA: IL PROGETTO DI DE LUCA

Queste le parole di De Luca su come sarà la nuova sanità in Campania:

Ci avviamo verso un ritorno alla normalità che in Campania sarà molto prudente e responsabile. Con i soldi del Pnrr investiremo oltre 380 milioni di euro, con 100 immobili da ristrutturare e 33 nuove costruzioni. Ci saranno 169 case per la comunità (una ogni 40/50 mila abitanti), 45 ospedali della comunità per ricoveri brevi con una capienza media di 20 posti letto e 58 centrali operative territoriali, innovative e tecnologicamente avanzate. Il programma sarà completato entro tre anni, nel 2025. E’ un investimento enorme, saranno a disposizione della Regione 130 milioni di euro per l’acquisto di grandi apparecchiature tecniche, avremo 7 nuove risonanze, 47 tac, e cosi via. Abbiamo 160 milioni ulteriori destinati alle Asl per completare il programma di digitalizzazione delle nostre aziende e ospedali. Vogliamo realizzare il fascicolo sanitario elettronico, un obiettivo estremamente ambizioso perché ogni cittadino avrà la sua storia sanitaria. Le case di comunità dovranno gestire e ridurre le congestioni dei pronto soccorso, abbiamo un riversarsi dei pazienti negli ospedali. Dobbiamo evitare arrivi immotivati, il 70% può stare tranquillamente nelle strutture territoriali. Dobbiamo anche avere una possibilità di cura per i malati cronici, domiciliati. Affrontiamo il problema del 118 con le centrali operative territoriali che orienta il paziente su dove andare. Oggi l’unico canale è 118-ospedale. Le case di comunità devono essere il luogo per fare screening oncologici, soprattuto per tumore al seno, colon-retto, utero. Un dato che dobbiamo correggere come priorità assoluta perché in questi anni siamo rimasti indietro.

Dobbiamo avere la correzione di un altro dato di anomalia che riguarda la sanità campana, lo squilibrio tra prestazioni del servizio pubblico e dei laboratori privati. In alcuni campi abbiamo l’80% delle prestazioni di laboratorio private convenzionate e il 20% in quelle pubbliche. Questo perché il commissariamento bloccava le assunzioni. Non si possono accumulare mesi di attesa delle prestazioni. La Campania ha fatto emergere tre elementi di criticità: il primo è che trattandosi di risorse straordinarie aggiuntive venissero utilizzate per avviare un riequilibrio nel riparto delle risorse sanitarie delle Regioni. Ma neanche in questa circostanza si è ritenuto di farlo e si è preceduto sulla base della spesa storica, chi più ha avuto ha continuato ad avere di più. Altri due elementi di critcità: 169 strutture nuove, c’è un problema di personale. Governate da chi? Bisogna partire oggi per avere il personale e le ipotesi prevedono che le case di comunità devono reggere su un impegno dei medici di medicina generale che dovrebbero garantire almeno 18 ore. In Italia significa sempre 18 ore. L’ossatura però deve essere personale pubblico. Avremmo bisogno di 1700 infermieri, 700 per le centrali operative, 250 oss, 400 psicologi. L’ultima criticità è il prezzario utilizzato, faremo un bando e ci apriremo all’imprenditoria privata. Ma ad oggi i calcoli sulle risorse da destinare a questi interventi è fermo al 2018. I prezzi delle materie prime sono aumentati del 30%, con quelle risorse non si raggiunge l’obiettivo assegnato. Diremo no, per quello che ci riguarda perché sono cose che non trovano senso nella ragione. L’accordo non è stato ancora raggiunto con lo stato centrale e ho trovato bizzarre alcune posizioni di colleghi del Nord che rilanciano con forza il tema dell’autonomia ma poi lo stato centrale sta ricentralizzando persino rispetto le case di comunità. Persino sulla programmazione lo Stato vuole intervenire, sinceramente ridicolo“.

Poi De Luca ha risposto alle domande dei giornalisti:

In alcuni territori, come in Irpinia, le case di comunità sono già pronte. Poliambultori bellissimi, noi partiremo prima dei tre anni al netto del problema del personale. Abbiamo pensato ad una iniziativa specifica per poi presentarvi il Cup, un vero punto di svolta. Le altre Regioni hanno sforato ampiamente il parametro finanziario del 2004 mentre noi siamo stati bloccati“.

 


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