David di Donatello, il regista Martone gioisce: ‘Qui Rido io’ fa incetta di candidature, ben 14


I David di Donatello questa edizione parleranno napoletano. Sono 16 le nomination avute da “E’ stata la mano di Dio” seguita a ruota da “Qui Rido Io” di Mario Martone con 14 nomination. La 67edizione andrà in onda sulla Rai il 3 Maggio e a condurre ci saranno Carlo Conti affiancato da Drusilla Foer.

DAVID DI DONATELLO, 14 NOMINATION PER QUI RIDO IO

Gioia per l’incetta di nomination è espressa dal regista Martone che sul suo profilo Facebook elenca tutte le categorie in cui il suo film è candidato, tra cui figura anche il suo nome:

QUI RIDO IO di Mario Martone si aggiudica 14 candidature ai David di Donatello 2022!
Eccoli:
– miglior film
– miglior regia (Mario Martone)
– miglior sceneggiatura originale (Mario Martone, Ippolita Di Majo)
– miglior produttore (Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori per Indigo Film con Rai Cinema)
– miglior attrice protagonista (Maria Nazionale)
– miglior attore protagonista (Toni Servillo)
– miglior attrice non protagonista (Cristiana Dell’Anna)
– miglior attore non protagonista (Eduardo Scarpetta)
– miglior autore della fotografia (Renato Berta)
– miglior scenografia (Scenografia: Giancarlo Muselli, Carlo Rescigno – Arredamento: Laura Casalini, Francesco Fonda)
– miglior costumi (Ursula Patzak)
– miglior trucco (Alessandro D’Anna)
– miglior montaggio (Jacopo Quadri)
– miglior suono (Presa diretta: Alessandro Zanon – Microfonista: Alessandro Palmerini – Montaggio: Silvia Moraes -Creazione suoni: Gianluca Gasparrini – Mix: Giancarlo Rutigliano)
I vincitori si conosceranno il 3 maggio prossimo durante le premiazioni che verranno trasmesse in diretta su Rai 1“.

DI CHE PARLA QUI RIDO IO

Sul sito della Rai è possibile trovate uno spezzone di due minuti del film e la trama:

Il grande attore comico Eduardo Scarpetta nei teatri della Napoli della Belle Epoque è il re del botteghino. Di umili origini, il successo lo ha reso ricchissimo. Le sue commedie e la maschera di Felice Sciosciammocca conquistano il pubblico napoletano. Attorno alle tavole del palcoscenico si muove anche il suo complesso nucleo familiare: mogli, compagne, amanti, figli legittimi e illegittimi tra cui Titina, Eduardo e Peppino De Filippo.

All’apice della popolarità Scarpetta decide di realizzare una versione satirica de La figlia di Iorio, una delle tragedie del più ammirato drammaturgo italiano dell’epoca, Gabriele D’Annunzio. La sera del debutto in teatro si scatena un putiferio: la commedia viene interrotta tra urla, fischi e improperi sollevati dai poeti e drammaturghi della nuova generazione che gridano allo scandalo. Scarpetta viene denunciato per plagio dallo stesso D’Annunzio. Ha inizio la prima causa sul diritto d’autore in Italia. Il lungo processo sarà logorante per tutta la famiglia dell’attore che però, alla fine, riesce a salvarsi dall’abisso e a riscattarsi“.


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