Reddito Cittadinanza, De Luca: “Sì alle modifiche. Chi può deve andare a lavorare”


Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nella serata di ieri è stato intervistato nel corso della trasmissione Zona Bianca, su Rete 4, trattando, tra gli altri, il tema delle modifiche al Reddito di Cittadinanza.

De Luca a Zona Bianca: “Sì alle modifiche al Reddito”

Con il nuovo Governo si fa strada l’ipotesi di modifica o addirittura abolizione del Reddito. Una decisione che, secondo Grillo, causerebbe una vera rivoluzione a Napoli e in Campania. A questa affermazione, De Luca ha risposto: “Ma quale rivoluzione, non succede assolutamente nulla. Grillo lo portiamo nel cuore come una reliquia, siamo tutti affezionati ma la politica è altro”.

“Devo denunciare una grande truffa mediatica. E’ sembrato che le politiche di aiuto alla povera gente fossero nate con il Reddito di Cittadinanza. E’ un grande falso. L’aiuto già c’era con il Reddito di Inclusione, rivolto alle famiglie, che impegnava i Comuni a fare delle verifiche preventive sul bisogno vero. Il Reddito di Cittadinanza deve essere mantenuto e potenziato per la povera gente, le famiglie con i disabili, quelli che non possono andare a lavorare, gli anziani. Ma dobbiamo evitare di confondere necessità di aiuto alla povera gente con il parassitismo che è un’altra cosa”.

“Io ritengo che chi può andare a lavorare deve andare a lavorare. Se non c’è il lavoro deve dare una disponibilità al lavoro, alla formazione professionale. In un Paese serio non si educano i giovani al parassitismo ma alla responsabilità, al sacrificio, al fatto che nella vita si combatte e che ognuno è responsabile della propria vita. Ora non so cosa farà la Meloni, mi auguro che si facciano le modifiche necessarie per evitare le degenerazioni clientelari e truffaldine che abbiamo registrato. Hanno detto tutti che delle cose andavano cambiate. Benissimo, lo facciano. Noi aspettiamo con fiducia”.

Sul Pd ha detto: “Il Pd è impegnato in una riflessione post elettorale. Mi auguro che avvii un processo di rinnovamento profondo generazionale e programmatico. Io credo che l’Italia abbia bisogno di un grande partito in grado di trovare un equilibrio tra gli interessi della povera gente, dell’imprenditoria, dei ceti professionali. Se fa questo, il Pd realizza sviluppo, pace sociale e unità nazionale.

“In questa campagna mi chiedevano perché votare Pd. Era difficile trovare una risposta perché non c’è chiarezza programmatica. Il partito si è presentato avendo perso alcuni valori fondamentali. La pace, il lavoro, il Sud sono scomparsi. Ci sono alcuni vuoti su temi decisivi come giustizia, sicurezza, palude burocratica, distruzione autonomie locali. Il mondo giovanile sta vivendo un tormento, dei fenomeni sconvolgenti tra microdelinquenza, cyberbullismo, autolesionismo. Una forza riformista deve parlare chiaro e fare delle scelte. Tutto questo non è avvenuto”.


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