Neonato va in arresto cardiaco, salvato dai Carabinieri. Il padre: “Sono gli angeli custodi di mio figlio”


Neonato in arresto cardiaco perde i sensi. Corsa in ospedale con i Carabinieri gli salva la vita. Mancavano 20 minuti alle 18, l’altro ieri pieno pomeriggio in Via Chiaromonte a Napoli. Un’auto sfreccia inquieta sull’asfalto tra il traffico e chi è al volante ha una mano fissa sul clacson. Ha il cuore in gola perché il bimbo neonato ha perso i sensi.

Neonato in arresto cardiaco perde i sensi

Un anno compiuto il mese scorso, ha improvvisamente smesso di rispondere a mamma e papà ed è tra le braccia terrorizzate della madre, avvolto in una coperta. Una pattuglia di carabinieri della stazione di Barra è poco lontana quando sente il suono disperato del clacson. Seguono il frastuono e da lontano vedono quel corpicino stretto tra le braccia della madre.

Subito capiscono e si fanno largo con lampeggianti e sirene. Si piazzano davanti alla loro auto e gli fanno segno di seguirli. Aprono la strada, fateci passare – urlano – è la più grave delle emergenze. In pochi istanti sono nel pronto soccorso di Villa Betania Davanti ai loro occhi quel piccolo corpicino viene intubato. Le mani dei dottori battono forte sul suo petto per un massaggio cardiaco. Il suo cuore ha smesso di battere, è in arresto cardiocircolatorio.

Poi avviene il miracolo, un pianto dirompente infrange quel vuoto assoluto. Per i medici “un minuto in più e sarebbe morto”, per i genitori e i carabinieri una fiaba dell’orrore ma dal lieto fine. Il piccolo ora sta bene, ancora tra le braccia della madre grata di aver incontrato due angeli in uniforme.

Il racconto di Mario, il padre del piccolo Francesco

Mario, il padre del piccolo, è un autotrasportatore di Barra ed ha 29 anni. Il piccolo Francesco è il suo secondo figlio, il primo ha cinque anni.

Mi è arrivata una chiamata mentre ero al lavoro. – ha raccontato al corrrieredelmezzogiorno.it, – La prima fortuna è che in quel momento non mi trovassi fuori Napoli come spesso accade per servizio, ma mi trovavo in zona, a Marigliano. Avevo già chiamato casa più di una volta perché la mattina il piccolo era stato vaccinato, un vaccino di quelli obbligatori che si fanno ai bambini“.

Chiamavo per chiedere come si sentisse, – ha continuato – se avesse problemi e mia moglie mi ha risposto ogni volta che era tutto a posto e che si sentiva solo un po’ giù. Poi, mentre stavo chiacchierando con i miei principali e alcuni colleghi a proposito del lavoro di venerdì, ho avuto una nuova chiamata da mia moglie che mi chiedeva di correre subito a casa. Aveva una voce allarmata“.

Alla guida dell’auto che trasportava Francesco c’era la suocera, che suonava insistentemente il clacsono: “È così che è stata attirata l’attenzione della pattuglia dell’Arma. Imbattersi in quei carabinieri è stato come incrociare due angeli custodi. Nella sfortuna, per quello che è capitato a mio figlio, sono stato fortunato a trovare sulla nostra strada loro e il personale dell’ospedale. Non ho parole per ringraziarli per quello che hanno fatto per noi“, ha raccontato.

Sono corsi in ospedale a sirene spiegate. Devo ringraziarli, come devo ringraziare l’equipe di “Villa Betania” che ha fatto letteralmente l’impossibile per stabilizzare mio figlio e metterlo fuori pericolo. Siamo stati in ospedale a Ponticelli circa tre quarti d’ora, quando Francesco si è ripreso hanno disposto il trasferimento al Santobono“, ha detto.

Una volta trascorse le 24 ore — conclude — e dopo le analisi, i medici hanno dichiarato Francesco fuori pericolo. Adesso è solo una questione di tempo perché ritorni a casa e possiamo tornare a stare tutti insieme. È stato un miracolo, un miracolo di Natale del quale ci ricorderemo“.


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