Guerriglia a Napoli, nessuno paga: zero sanzioni ai tifosi e la Uefa resta in silenzio

Ultras dell'Eintracht Francoforte contro la Polizia


Tutto tace. Sono trascorse due settimane dalla vergognosa giornata di guerriglia urbana che ha vissuto, suo malgrado, il centro storico di Napoli. Ad esclusione di qualche ‘Daspo’ inflitto dal Questore Giuliano, nessun provvedimento è stato adottato da parte dei massimi organismi sportivi continentali nei confronti dei supporters tedeschi.

Era il 15 marzo quando circa 600 tifosi dell’Eintracht provenienti da Francoforte sbarcavano a Napoli nonostante il divieto d’ingresso allo stadio imposto dal Tar e mettevano a ferro e fuoco strade e piazze del cuore della città, devastando bar, dando fuoco ad auto della polizia e seminando panico tra la folla.

Immagini ancora nitide, un dolore per l’anima della collettività e soprattutto per i commercianti che vedevano le proprie attività prese d’assalto dalla ingiustificabile ferocia dei violenti tedeschi. Eppure, dall’ultimo piano del palazzo più alto dell’Uefa, Alekander Ceferin, lasciava trasparire una chiave di lettura diametralmente opposta a quello che stava avvenendo intanto in città, ribaltando completamente le posizioni delle due parti e le relative responsabilità.

Il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin ancora in silenzio dopo Napoli-Eintracht

Mentre Napoli contava infatti i ticchettii delle lancette nell’attesa estenuante della fine di quell’incubo, il presidente sloveno dichiarava che le aggressioni subite dai tifosi azzurri all’andata in Germania non giustificavano il divieto di trasferta imposto per la gara di ritorno. Anzi, il massimo organismo calcistico europeo avrebbe valutato sanzioni per chi avesse in futuro adottato questo tipo di restrizioni nei confronti dei supporters delle squadre ospitate.

Precedente Champions: la follia di Parigi, ovvero la prima finale di Ceferin

Dichiarazioni paradossali e completamente fuori luogo, una clamorosa caduta di Ceferin che dimostrava ancora una volta la totale inadeguatezza nello gestire situazioni intricate e pericolose in termini di ordine pubblico, e che faceva il paio con l’inqualificabile (dis)organizzazione Uefa messa in scena prima della finale di Champions League disputata l’anno scorso a Parigi, quando violenti scontri avvenuti all’ingresso delle tifoserie nello stadio avevano portato a quasi 250 ferimenti e 68 arresti da parte delle forze dell’ordine.

Il sito del Guardian e l’articolo di David Conn

Proprio un mese fa la Uefa pubblicava un report dettagliato di quegli accadimenti, con tanto di comunicato ufficiale di scuse da parte non di Ceferin, bensì del Segretario Generale, Theodore Theodoridis, che il quotidiano inglese Guardian commentava così: “un quadro devastante della Uefa e dello stato del modello calcistico europeo, una catastrofica assenza di leadership, democrazia e responsabilità che non può continuare. Conclusioni devastanti che in una cultura dignitosa e responsabile porterebbero alle dimissioni del suo presidente, Aleksander Ceferin”.

“La finale allo Stade de France tra Liverpool e Real Madrid è stata la prima organizzata dall’Uefa di Ceferin da quando la battaglia contro la Superlega è stata vinta. Eppure i tifosi che avevano fatto una campagna di cuore a favore della Uefa sono stati sottoposti a un lungo incubo distopico, durante il quale la Uefa ha anche cercato di declinare la propria responsabilità sostenendo che la colpa fosse dei tifosi del Liverpool. L’Uefa ha anche mostrato un’imperdonabile ignoranza della tragica storia del calcio. Bugie quasi identiche a quelle raccontate dalla polizia del South Yorkshire per coprire la strage dei 97 tifosi a Hillsborough nel 1989”.

Non solo il sindaco Manfredi: anche il Ministro dello sport si indignava per le sue parole

Dopo gli scontri di piazza del Gesù tra i tifosi dell’Eintracht e la polizia, il sindaco di Napoli Manfredi aveva definito così le dichiarazioni rilasciate da Ceferin. “Sono inaccettabili perché partono da un pregiudizio, come se a Napoli fossero tutti delinquenti e chi arriva qua è invece santo. Non è vero, i delinquenti sono dappertutto e vanno affrontati con la consapevolezza che se non li estirpiamo dalla dinamica del gioco alla fine le persone non si potranno muovere per l’Europa per una partita. Serve un’azione mirata per evitare che questi gruppi di teppisti vadano in giro per l’Europa a sfasciare le città. Il problema va affrontato frontalmente, altrimenti si riproporrà alle prossime partite. I violenti vanno tolti da mezzo, di qualsiasi nazione e squadra siano, non vanno protetti da nessuno”.

Anche il Ministro dello sport Abodi aveva aspramente criticato le dichiarazioni del presidente Uefa: “Credo nella collaborazione e soprattutto nel rispetto dei ruoli, sulla sicurezza non si scherza. Parlare un po’ così da lontano mi è sembrato un passaggio a vuoto o, con metafora calcistica, un autogol”.

All’indomani degli accadimenti si era subito vociferato di pene esemplari in campo internazionale inflitte ai tifosi dell’Eintracht di Francoforte. Qualcuno aveva addirittura ipotizzato l’esclusione dalle competizioni europee del club tedesco per i prossimi due anni.

A due settimane dagli scontri di Napoli-Eintracht ancora nessuna sanzione

Illusioni. Da Ceferin in giù, non più una parola a riguardo. Napoli e gli esercenti violentati da una follia tutt’altro che ordinaria, venivano riposti nel dimenticatoio dalla politica di un pallone sempre più sgonfio e dalle cieche istituzioni. La conta dei danni veniva resa meno amara dalla solidarietà del popolo napoletano e dei gruppi del tifo organizzato, che decidevano di trascorrere una serata proprio in piazza del Gesù, acquistando cibi e bevande da bar, pizzerie e locali danneggiati. Una mano tesa verso chi aveva visto qualche giorno prima i sacrifici di una vita messi a soqquadro in un attimo. Facinorosi impuniti, attività commerciali pesantemente danneggiate e non risarcite, città deturpate. Napoli aspetta, Ceferin, rinsavisci e batti un colpo.


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