Ucciso per un parcheggio, niente ergastolo agli assassini. La figlia: “Lo hanno ammazzato”


Sono stati condannati a 23 anni di carcere i 4 uomini accusati dell’omicidio di Maurizio Cerrato, il custode 61enne del Parco Archeologico di Pompei, ucciso brutalmente a Torre Annunziata per un banale parcheggio. Non è stata, dunque, decisa la pena dell’ergastolo, richiesta lo scorso 7 marzo dalla Procura.

Omicidio Maurizio Cerrato a Torre Annunziata: la condanna

L’uomo ha perso la vita nel dicembre del 2021 quando, per proteggere la figlia che aveva parcheggiato l’auto in un tratto di strada che alcune persone ritenevano di loro proprietà, è stato colpito ripetutamente e ferito a morte. Coinvolti nell’aggressione quattro persone: due fratelli, un padre e un figlio.

La condanna di carcere a vita, avanzata dalla Procura di Torre Annunziata, non è stata accolta e i quattro, accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, sconteranno 23 anni di pena. Le motivazioni saranno pubblicate tra 90 giorni.

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“Noi abbiamo perso tutto già due anni fa ma stavolta a perdere è lo Stato. Noi non ci fermiamo” – dichiara Tania, vedova del 61enne, come reso noto da Il Mattino. Le fa eco la figlia Maria che, in lacrime, dopo la lettura della sentenza ha detto: Non mi aspettavo una pena così bassa, quelli che hanno ammazzato mio padre non sono brave persone, hanno precedenti e altri processi in corso. Noi non ci fermeremo mai, continueremo a portare avanti il ricordo di mio padre”.

“La sentenza ci lascia un pizzico di delusione. Ci aspettavamo l’ergastolo che peraltro era stato chiesto dalla Procura anche con argomentazioni convincenti” – è il commento rilasciato all’Ansa dall’avvocato della famiglia Cerrato, Giovanni Verdoliva.


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