Il suocero dei cognati morti: “Sono stato io”. Ha ucciso i genitori dei suoi nipotini

Raffaele Caiazzo, il sospettato dell'omicidio di Luigi Cammisa e Maria Brigida Pesacane a Sant'Antimo. La foto diffusa dalla procura di Napoli Nord


Dopo poche ore dall’omicidio di Luigi Cammisa e Maria Brigida Pesacane, i cognati uccisi in mattinata a Sant’Antimo, il primo sospettato del delitto, Raffaele Caiazzo, suocero di entrambe le vittime, si è costituito: avrebbe confessato ai carabinieri di aver ucciso i due ragazzi, coniugi dei suoi figli nonché genitori dei suoi nipoti.

Omicidio Luigi Cammisa e Maria Brigida Pesacane: i cognati di Sant’Antimo uccisi dal suocero

“Sono stato io” – avrebbe detto ai militari della caserma di Gricignano di Aversa, in provincia di Caserta, come rende noto l’Agenzia Dire. Sarebbe poi stato consegnato ai carabinieri di Giugliano che, fin dalle prime ore del mattino, stanno lavorando al caso.

Luigi e Maria Brigida, rispettivamente di 29 e 24 anni, erano cognati: lui sposato con Anna, lei con Alfredo, entrambi figli dell’indagato. Stando alle prime ricostruzioni, a spingere l’uomo a stroncare la vita di suo genero e sua nuora sarebbe stato il sospetto di una relazione extra-coniugale tra i due.

L’omicidio si configurerebbe come un tentativo da parte dell’uomo di “vendicare” il tradimento di entrambi i suoi figli, consumato proprio nell’ambito familiare. Sarebbe, così, giunto a Sant’Antimo in mattinata per esplodere alcuni colpi di arma da fuoco prima contro Luigi, che si stava recando sul posto di lavoro, poi contro Maria Brigida, uccisa all’interno della sua abitazione, davanti agli occhi dei suoi bambini.

Un delitto efferato che si connota di una brutalità inaudita per la stessa natura del presunto assassino: non solo suocero ma nonno di quei bambini che sono stati privati dei loro genitori. Quattro nipoti, tutti piccolissimi: Luigi aveva due bimbi di 7 e 4 anni, Maria Brigida ne aveva uno di 4 e l’altro di 2. Proprio i figli della donna avrebbero assistito, in prima persona, alla morte della madre.

Una vicenda che ha sconvolto l’intera comunità di Sant’Antimo che proprio oggi si preparava a salutare un’altra sua figlia, Giulia Tramontano, la 29enne uccisa al settimo mese di gravidanza dal suo compagno, Alessandro Impagnatiello.


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