Dal raffreddore ai dolori muscolari, i sintomi di Eris: la nuova variante Covid


L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta monitorando con attenzione l’incremento di casi di covid determinati dalla nuova variante Eris che potrebbe diventare dominante nel prossimo autunno, scatenando una serie di contagi e mescolandosi con l’influenza stagionale che potrebbe creare confusione tra le due malattie considerando la similarità dei sintomi.

Covid, dal raffreddore ai dolori muscolari: i sintomi della nuova variante Eris

EG.5, denominata Eris, è una variante di SARS-CoV-2, inserita tra quelle di maggiore interesse rilevata in Europa, Stati Uniti e Asia nel mese di settembre 2023. Bisogna innanzitutto chiarire che, nonostante la variante sia già stata isolata in diversi Paesi, Italia compresa, il rischio per la salute pubblica correlato alla diffusione di questo ceppo è relativamente basso.

La variante, infatti, potrebbe rivelarsi rischiosa soltanto per la parte di popolazione già fragile e per i più anziani, vista la sua capacità di colpire anche individui già vaccinati e che hanno già contratto il covid. Ma con la fine dell’estate e la riapertura delle scuole, non bisogna sottovalutare il rischio di diffusione capillare.

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Per questo motivo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha deciso di agire in anticipo avviando un’attività di vaccinazione di massa già nel mese di ottobre, destinata nella sua fase iniziale agli ospiti delle Residenze Sanitarie Assistite  e nelle case di accoglienza, pubbliche e private.

La variante si manifesta con sintomi molto simili a quelli di una banale influenza ovvero mal di gola, tosse secca, congestione, naso che cola, starnuti, senso di affaticamento, dolori muscolari e articolari. Malesseri che, in genere, durano circa per cinque giorni anche se la positività al virus può estendersi fino a due settimane.

La positività potrebbe, dunque, essere confusa con un semplice stato influenzale o un forte raffreddore anche considerando il fatto che per questo nuovo ceppo la perdita del gusto e dell’olfatto è molto meno frequente.


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