Terremoto, non c’è legame tra Vesuvio e Campi Flegrei: gli esperti spiegano cosa succede


A seguito della scossa di terremoto avvertita in tutta Napoli, con epicentro ai piedi del Vesuvio, in molti si sono chiesti se sussistono eventuali collegamenti tra l’attività sismica del vulcano e quella dei Campi Flegrei: di qui l’intervento degli esperti che più volte hanno escluso la connessione tra i due fenomeni, fornendo una serie di spiegazioni.

Terremoto, Vesuvio e Campi Flegrei non sono collegati

I Campi Flegrei e il Vesuvio non sono collegati. Sono entrambi vulcani attivi ma sono diversi. Il Vesuvio è uno stratovulcano che produce più lava rispetto ai Campi Flegrei. Dal 1631 il Vesuvio ha manifestato eruzioni più ravvicinate nel tempo, l’ultima è datata 1944″ – è quanto affermato a Il Corriere del Mezzogiorno da Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’INGV.

I Campi Flegrei, per la natura stessa del territorio che occupano, sono interessati da sempre da periodi di attività sismica più intensi di altri. Stessa cosa avviene per l’area vesuviana, zona riconosciuta come altamente sismica, caratterizzata dall’insorgere di scosse più o meno forti che, tuttavia, non necessariamente devono rivelarsi allarmistiche. Chi vive su un territorio vulcanico è consapevole della possibilità di percepire movimenti sussultori che quasi sempre si rivelano di bassa entità.

Negli ultimi mesi l’area flegrea ha registrato scosse più intense e frequenti rispetto ad una precedente fase quasi stazionaria da questo punto di vista. Nonostante una ventata di allarmismo – che poteva e doveva essere evitata nel rispetto dei residenti che vivono situazioni di tensione e paura – il livello di allerta per i Campi Flegrei resta comunque di tipo giallo.

Gli sciami sismici, dunque, rientrerebbero nel normale fenomeno del bradisismo e il loro accentuarsi sarebbe da considerare del tutto normale, proprio come già successo in passato, basti pensare alla crisi bradisismica del 1982-1984. Con ciò non si vuole sminuire, tuttavia, la reale situazione di rischio che avvolge la zona e che necessità, al contrario, di interventi preventivi già sfociati in una prima legge sui Campi Flegrei.

Anche per quanto riguarda il Vesuvio al momento non è stata riscontrata nessuna anomalia nei monitoraggi quotidiani. Le scosse ravvicinate e anche piuttosto intense come quella di ieri non rappresenterebbero un reale campanello d’allarme per il “gigante buono” in quanto rientranti nella dinamica sismica dell’edificio vulcanico.

La più recente scossa di magnitudo 3.0 che ha allertato i cittadini partenopei, tra l’altro, non si sarebbe originata nemmeno dal cratere. Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Di Vito, ha chiarito: “Si tratta di un sisma un po’ periferico rispetto all’edificio vulcanico del Vesuvio ed è più raro che questi si verificano. Rientra nella dinamica tra il Vesuvio e la faglia regionale che più o meno passa all’altezza del Sebeto”.

“In passato in questa zona ci sono stati degli eventi tellurici, magari più piccoli di magnitudo, anche se ripeto sono molto rari. Nelle ultime settimane non c’è stata nessuna variazione nei dati che acquisiamo quotidianamente nella zona del Vesuvio. Nei prossimi giorni effettueremo dei controlli ancora più approfonditi per quanto concerne la dinamica in sé del terremoto verificatosi. Inoltre non è collegato con quelli che registriamo in questa zona nel 99% dei casi nell’ambito del cratere del Vesuvio”.


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