La malattia di Crohn, conosciuta anche come morbo di Crohn è una patologia infiammatoria dell’intestino, che può colpire tutto il tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano, ma che nella maggior parte dei casi coinvolge il tratto di intestino che va dalla fine dell’intestino tenue al colon.
Le cause della malattia e della sua insorgenza sono ancora largamente sconosciute. La sintomatologia è varia, poiché il tratto anatomico in cui la malattia può insorgere è molto lungo. I sintomi variano quindi a seconda della porzione gastrointestinale colpita.
Parte della sintomatologia rende il morbo di Crohn facilmente confondibile con la sindrome dell’intestino irritabile, la qual cosa talvolta ritarda la diagnosi.
Non si può evitare il morbo di Crohn, conoscerlo tuttavia è fondamentale per poterne tenere sotto controllo i sintomi e prevenire complicazioni, e soprattutto per conviverci senza alcuna vergogna.
Cos’è il morbo di Crohn e quali sono i sintomi principali
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria, come detto, causata da una risposta immunitaria anomala del corpo umano. Il sistema immunitario locale attacca alcune parti dell’intestino provocando l’infiammazione.
È una malattia cronica, cioè ricorrente, in cui la sintomatologia ha periodi di riacutizzazione. Questo la rende abbastanza invasiva nella vita del paziente.
I sintomi più frequenti sono:
- diarrea per periodi prolungati, fino a quattro settimane
- dolori addominali anche notturni
- crampi
- febbre
- presenza di sangue nelle feci
- dolori articolari
- ulcerazioni interne che possono diventare fistole
- ascessi perianali, cioè intorno all’ano
- perdita di peso
Alcuni casi limitati si presentano totalmente asintomatici e vengono scoperti solo casualmente, durante controlli di altro tipo.
Come si diagnostica il morbo di Crohn
La diagnosi prevede una serie di esami abbastanza complessi, che servono per effettuare quella che viene definita diagnosi differenziale.
Data la presenza di alcuni sintomi che sono indicativi anche di altre patologie, è molto importante appurare la loro reale origine, perché da quello dipende la terapia corretta.
Si comincia solitamente con l’anamnesi, cioè la raccolta da parte del medico di alcune informazioni circa lo stato di salute del paziente, i sintomi, e lo storico di malattie precedenti.
Si procede poi con un esame obiettivo di routine, che però tende a limitarsi alla misurazione della pressione e all’auscultazione di battito cardiaco e ritmo respiratorio. Trattandosi di malattia infiammatoria di parte interna dell’organismo, a occhio nudo – in questo, in parole povere, consiste l’esame obiettivo – non è rilevabile granché.
Il medico poi prescriverà una serie di esami in base alle informazioni raccolte e rielaborate.
Tra questi, per l’individuazione del morbo di Crohn sono necessari:
- esami del sangue
- esami delle feci
- esami del tratto intestinale e gastrico, quali gastroscopia e colonscopia
La diagnosi precoce è molto importante per ridurre eventuali complicazioni, che alcuni dei sintomi possono provocare.
Come si cura il morbo di Crohn
Il morbo di Crohn viene solitamente affrontato con una terapia volta al controllo dei sintomi. Non essendo conosciuta l’eziologia, cioè le cause prime che portano al suo sviluppo, l’unica soluzione terapeutica al momento disponibile è quella di alleviare le conseguenze della malattia.
Questo viene fatto con farmaci che in qualche modo riducano la risposta immunitaria a livello intestinale, spegnendo l’infiammazione.
Un altro approccio complementare è quello nutrizionale, che prevede che il paziente si astenga da cibi altamente infiammatori, quali tutti i cibi processati e ricchi di zuccheri, i legumi e altri.
In casi più gravi, come quando si formano le fistole e il pus, è necessario un intervento chirurgico, che purtroppo non evita il ripresentarsi del problema, ma è indispensabile per bloccare delle complicazioni serie.
Le fistole infatti possono causare lo sversamento di materia fecale all’esterno dell’intestino per cui si rischiano problemi ben più gravi.
Infine può essere utile un percorso con uno psicoterapeuta. La malattia infatti non si cura, ed è opportuno che il paziente impari a convivere con la consapevolezza delle ricadute periodiche, in modo da ridurne o eliminarne il potere invalidante.