Le condizioni del piccolo Pietro, nove mesi, originario di Villammare (frazione di Vibonati, Salerno), restano estremamente critiche all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli.

I medici, dopo un primo intervento salvavita a Sapri, lo hanno trasferito in elicottero a Napoli giovedì scorso, quando è arrivato in coma profondo, disidratato, con ipotonia muscolare e gravi lesioni cerebrali.

Gli accertamenti sanitari hanno rivelato un quadro drammatico: edema cerebrale esteso, fratture al cranio nella zona posteriore all’orecchio, rottura del femore destro e precedenti lesioni alle costole.

Il neurochirurgo del Santobono, Giuseppe Cinalli, ha somministrato almeno due delicati interventi per alleviare la pressione intracranica, ma la prognosi resta riservatissima e molto grave.

Le indagini, affidate ai carabinieri della Compagnia di Sapri e del comando provinciale di Napoli su delega della Procura di Lagonegro, sono ora concentrate su una scena del crimine domestica.

Sono stati ascoltati la madre (25 anni, originaria di Licusati, da qualche mese residente a Villammare), il suo attuale compagno, il padre biologico (panettiere di Sapri) e altri familiari.

Il neurochirurgo Cinalli ha precisato che alcune fratture sono pregresse – in particolare alle costole – mentre altre, come quella al femore e il trauma cranico, risalgono agli ultimi giorni.

Sul piano giudiziario non si escludono perquisizioni e sopralluoghi nell’ambiente familiare. L’inchiesta mira a ricostruire la dinamica degli episodi e ad accertare eventuali responsabilità.

Intanto la madre, con un post su Facebook, contesta il trattamento ricevuto dal bambino già il 28 maggio al pronto soccorso di Sapri: afferma che Pietro fu dimesso con una sola prescrizione antibiotica, senza approfondimenti adeguati.

Nelle prossime ore gli esami riceveranno nuovi aggiornamenti, mentre resta alta la tensione nella comunità del Golfo di Policastro, dove famigliari, medici e cittadini sono in apprensione per la vita del piccolo Pietro.