FIAT licenzia 4 operai che inscenarono la morte di Marchionne


La FIAT ha licenziato quattro operai, cassintegrati di Pomigliano, che il mese scorso avevano inscenato il suicidio di Sergio Marchionne, allestendo un manichino con il volto del dirigente appeso per il collo, e i quali avevano organizzato la sua veglia funebre dopo che una loro collega si era data la morte, a causa delle difficili condizioni economiche in cui versava. In tutto sono tre i morti suicidi tra i cassintegrati FIAT dello stabilimento di Pomigliano D’Arco.

Secondo i vertici dell’azienda nata a Torino, che ha trasferito la propria sede legale in Gran Bretagna dove vi è un fisco più leggero, e dopo aver usufruito per anni degli aiuti di Stato (perciò dei soldi di tutti i cittadini) senza i quali sarebbe fallita, quell’episodio crea una cattiva immagine dell’azienda e ai suoi dirigenti, dissolvendo il rapporto di fiducia che intercorre tra lavoratore e datore di lavoro (che, tuttavia, non li fa lavorare perché, lo ripeto, gli operai sono in una cassintegrazione che sta per terminare, rischiando di finire a chiedere l’elemosina). A nulla sono valse le argomentazioni dei diretti interessati, che sostengono il carattere simbolico della protesta e ricordano la morte, vera, di quella donna che non ce l’ha fatta più.


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