Protesta dei parrucchieri a Napoli: “Non abbiamo visto un euro, siamo in ginocchio”


La fase 2 è ormai cominciata, ma non tutti sono contenti delle misure adottate nel nostro paese. La protesta dei Parrucchieri a Napoli, sotto il palazzo della Regione a Santa Lucia, è un chiaro segno di questo diffuso malcontento.

Marco Esposito, coiffeur di grande Talento, è stato affiancato dal leader nazionale della federazione nazionale Lavoratori Giuseppe Alviti nella protesta. “La categoria è in ginocchio“, ha dichiarato Esposito, “e molti fanno concorrenza sleale andando illegalmente a casa delle clienti.

Ho anticipato gli stipendi ai miei dipendenti perché non abbiamo visto un euro, né dall’Inps né dalla Regione. Ecco perché oggi in centinaia siamo a palazzo Santa Lucia: per sensibilizzare le istituzioni butteremo via le chiavi dei nostri negozi“.

La protesta dei parrucchieri a Napoli diventa così la protesta di tutte quelle figure professionali messe in ginocchio dalla recente pandemia. Barbieri e parrucchieri sono ancora in attesa di una data certa per la riapertura, anche se si ipotizza quella del primo giugno. Nel frattempo, la Regione ha già indicato le linee guida per la categoria.

Misurazione della temperatura e cambio della divisa a ogni turno, occhiali e visiera sempre indossati, mascherine anche per i clienti. Tra un taglio e un colore, si dovrà poi procedere all’igienizzazione di servizi e postazioni continuando comunque a utilizzare materiali monouso (soprattutto nei centri estetici) e gestire l’attività, solo su appuntamento.

I coiffeur però, messi in ginocchio dalla pandemia, si erano già organizzati con un ricorso al Tar: o aprire subito o chiudere per sempre. “I materiali monouso li ho sempre utilizzati“, continua Marco Esposito, “per il resto è solo una questione organizzativa. Io ci tengo alle regole e alla salute dei miei clienti e della mia famiglia“.

Questo a differenza di alcuni sciacalli che vanno di nascosto a casa delle clienti, con il rischio di diffondere il virus“, aggiunge il sindacalista napoletano Giuseppe Alviti. “Le istituzioni sono indifferenti, nessuno controlla, nessuno sanziona e tantomeno è aiutato chi rispetta la legge“.


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