Crollo Ponte Morandi, arrestati alcuni vertici di Autostrade: consapevoli del potenziale pericolo


Crollo Ponte Morandi – arresti per alcuni vertici di Autostrade. Il 14 agosto del 2018 la vita di molte persone cambiò radicalmente. Il crollo del Ponte Morandi distrusse la vita di 39 persone più quella dei loro cari, che videro abbattuta per sempre la loro esistenza.

Oggi c’è stata una svolta nell’inchiesta della Guardia di Finanza, che sta eseguendo una serie di misure cautelari nei confronti di ex vertici e di alcuni degli attuali manager di Autostrade per l’Italia. Secondo quanto si apprende da Ansa, sarebbero 6 in tutto le misure cautelari.

L’ex ad di Autostrade per l’Italia G.C. finisce agli arresti domiciliari, insieme a M. D.M. e P. B., rispettivamente ex responsabile manutenzioni e direttore centrale operativo dell’azienda. Tra gli indagati, secondo quanto già emerso, figura anche l’attuale ad R.T., ma la sua posizione potrebbe essere archiviata a breve.

L’indagine è stata avviata un anno fa a seguito dell’analisi della documentazione informatica e cartacea acquisita nell’inchiesta principale legata al crollo del ponte.

Gli investigatori del primo gruppo delle fiamme gialle hanno scoperto che gli ex vertici erano consapevoli che le barriere fossero difettose e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento.

Una mancanza, questa dei vertici di Autostrade, davvero grave, che sarebbe costata la vita a decine di persone. Inoltre, sono emersi difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonché l’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee.

Dalle indagini è emerso che gli indagati non hanno proceduto volontariamente ai lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi.

Un altro atto contestato ai vertici di Autostrade è una frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l’inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione – obbligatoria – all’organo di vigilanza (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).


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