Agguato al ristorante, 57enne ucciso mentre pranzava tra la gente: era un boss


E’ stato sparato mentre stava pranzando in un ristorante di Melito, in provincia di Napoli, Vincenzo Nappi, un 57enne del posto ritenuto legato al clan Amato-Pagano, detto degli Scissionisti. L’omicidio sarebbe avvenuto in pieno giorno, davanti agli occhi increduli dei presenti. A renderlo noto è l’Ansa.

Sparato nel ristorante a Melito: chi era Vincenzo Nappi

Nappi sarebbe stato freddato con alcuni colpi d’arma da fuoco mentre pranzava all’interno del locale, per fortuna poco affollato, in presenza degli altri clienti che consumavano il pasto in sala. Un soggetto avrebbe fatto irruzione nel ristorante estraendo la pistola e sparando più volte verso il 57enne.

L’uomo sarebbe morto sul colpo mentre alcuni commensali terrorizzati dalla scena si davano alla fuga. Sul posto sono giunti i carabinieri e un’ambulanza. I sanitari, tuttavia, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della vittima.

Secondo gli inquirenti, Nappi era considerato uno degli elementi di primo piano del clan degli scissionisti. Prima ancora aveva fatto parte del gruppo criminale dei Di Lauro di Secondigliano. Nel 2011, dopo tre mesi di latitanza, fu arrestato dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Giugliano.

“A pochi mesi di distanza dall’ultima volta, Melito precipita nel terrore per un omicidio messo a segno in pieno giorno che fa tornare alla mente quanto accaduto lo scorso mese di settembre. In quel caso il cortile di una scuola, in questo la sala di una trattoria: in quel caso luoghi abitualmente frequentati da studenti, in questo luoghi frequentati da famiglie” – scrive sui social il sindaco Luciano Mottola, ricordando l’omicidio del professore che solo pochi mesi fa ha sconvolto la cittadina.

“Fatti di sangue che nulla hanno in comune ma che ancora una volta hanno messo a nudo la vulnerabilità della nostra Melito, dove un omicidio può avvenire anche in posti ed in orari considerati impensabili. Mi preme ringraziare le forze dell’ordine che fanno un gran lavoro ma spesso risultano numericamente insufficienti per fronteggiare la criminalità ed arrestare l’emorragia figlia della piaga dell’illegalità e cancrenizzata nella cosiddetta minoranza rumorosa”.

“C’è però una stragrande maggioranza di melitesi a cui bisogna dar conto, composta da padri e madri di famiglia che chiedono solo di poter far crescere i propri figli in una città sicura. E’ proprio per loro che bisogna moltiplicare le forze e far trionfare l’unica legge che conosciamo, quella dello Stato” – conclude.


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