Bimbe stuprate a Caivano, l’avvocato: “Lo Stato deve aiutarle come fa con i pentiti di mafia”

Il Parco Verde di Caivano


Vogliono andare via, lontane dal Parco Verde di Caivano, le famiglie delle due cuginette ripetutamente stuprate e picchiate da un branco formato da alcuni minorenni e un ragazzo di 19 anni. Un luogo di degrado, un ghetto di camorra, droga e pedofilia dove nel corso degli anni sono state distrutte le vite di tantissimi bambini. Il caso più noto è quello della piccola Fortuna Loffredo, la cui morte sembra non aver insegnato nulla a quasi dieci anni di distanza.

“Lo Stato aiuti le bambine stuprate a Caivano”

A rappresentare le famiglie delle piccole vittime è l’avvocato Angelo Pisani che, cogliendo l’occasione di una riunione del Consiglio dei Ministri, ha rivolto al Governo il loro appello: “Aiutateci ad andare via dal Parco Verde, a cambiare città per dare un futuro ai nostri figli. Per strapparli dalle grinfie della pedofilia, della prostituzione e della criminalità”.

Secondo Pisani lo Stato potrebbe riservare loro un trattamento analogo a quello dei pentiti: “Le istituzioni preposte potrebbero adottare la stessa norma che tutela i pentiti di mafia, ai quali viene data l’opportunità di farsi una nuova vita con un nuovo nome, un nuovo lavoro e una nuova casa”.

“Lo Stato che aiuta i pentiti di camorra – aggiunge Angelo Pisani – a maggior ragione dovrebbe farlo per aiutare i bambini che in queste periferie degradate rischiano addirittura la vita, com’è accaduto proprio a Fortuna”.

Il Parco Verde mai bonificato nonostante degrado, camorra e pedofilia

È assurdo che un luogo come il Parco Verde di Caivano, nonostante la sua nomea fondata sui tantissimi casi di degrado e di cronaca ai danni spesso di bambini, non sia stato ancora bonificato. Le condizioni delle persone che vivono lì sono più che conosciute, tuttavia chi ha il potere di intervenire non lo fa. Ne avrebbe la facoltà ma non la voglia, o le capacità, evidentemente. In questo modo avvenimenti simili sono destinati a ripetersi, purtroppo.


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