CompraSud per non emigrare: come comporre una cesta di Natale


È ormai una moda sempre più diffusa quella che nel periodo natalizio vede tantissime imprese, bar, ristoranti, salumerie, lanciare “una sfida” ai propri clienti per scommettere sul numero vincente (da 1 a 90) delle estrazioni del lotto nazionale o locale, nei giorni proprio a ridosso del Natale, chiedendo una piccola quota di qualche euro e mettendo in palio un premio che ovviamente caratterizza il locale (di solito una bella cesta per le imprese che si occupano di cibo).

All’interno tanti prodotti natalizi, tra spumanti, pasta, salse, salumi, formaggi, frutta secca e tanto altro. La tradizione della cesta di Natale, in realtà, è una cosa diffusissima, specialmente dalle nostre parti, perché non è il solito regalo impacchettato e finito (pur in presenza magari di diversi prodotti di fabbriche del Nord). Eppure quella cesta potrebbe essere utile per ritrovare un senso di comunità tipico del Natale.

Le persone che compongono quel paniere, allora, hanno la possibilità di ricostruire quel senso di unione tipico del Natale, sia come “pacco da giù”, che si può trasportare con sé quando si parte (il vecchio ed incessante tema dell’emigrazione) sia come pacco del “qui ed ora”, con prodotti da aprire e degustare insieme ai propri cari. È proprio dal significato delle ceste natalizie, legandolo alle solite “battaglie” per la valorizzazione dei nostri prodotti a chilometro zero o dei prodotti meridionali, che invitiamo le persone ad acquistare una cesta e ad inserirci tutti gli alimenti della tradizione napoletana (e meridionale), una delle più invidiate al mondo.

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Comporre una cesta natalizia, vorrebbe dire anche decidere quanto si vuole spendere senza vincoli, magari seguendo diverse scelte in termini di spesa, economiche, medie ed elevate. Per aiutare i nostri lettori nella scelta dei prodotti, e per dimostrare che è possibile creare delle ceste natalizie totalmente made in Sud, abbiamo elencato una serie di prodotti di aziende situate nel Mezzogiorno d’Italia. Qual è il vantaggio di siffatta operazione? Ovviamente quella di dare una mano alle imprese di un territorio dove c’è poco lavoro e che in quindici anni ha perso due milioni di abitanti, di cui oltre la metà giovani.

Queste riportate sotto, sono solo alcune tra le aziende del Sud che proponiamo, i cui prodotti possono essere inseriti senz’altro nelle nostre ceste natalizie: per quanto riguarda pandori e panettoni, consigliamo sempre quelli artigianali da prendere sotto casa, che ovviamente superano di gran lunga la qualità dei prodotti industriali. Costando nei supermercati solo pochi euro, possiamo immaginare quali prodotti vengano utilizzati da alcune aziende

Tuttavia tra pandori e panettoni che si possono trovare nei supermercati, stanno emergendo due aziende interessanti la Dais (siciliana), e la Valentino (molisana).

Un’altra tipologia di prodotti interessanti da inserire nella propria cesta, riguarda vini e spumanti. I primi acilmente reperibili, perché al Sud i vini rappresentano l’eccellenza, un po’ meno gli spumanti, di cui vi segnaliamo il Moscato Spumante (Basilicata) e lo spumante La Guardiense (Beneventano), ma si parla anche di spumanti ischitani, vesuviani, soprattutto artigianali.

Non possono mancare nella nostra cesta i pacchi di caffè, che al Sud è legge, vi segnaliamo oltre che le aziende famose della Campania, come Moreno, Toraldo, Passalacqua, Kimbo, Kenon, anche il caffè lavorato nelle nostre altre grandi regioni del Mezzogiorno, tra questi il Caffè del Professore, il Barbera, lo Zicaffè (siciliani), Mauro, Guglielmo” (calabresi), Quarta, Saicaf e Sao Caffè (pugliesi), Opinum (Basilicata), e tanti altri. Sul caffè, come visto, abbiamo l’imbarazzo della scelta.

Ampia scelta ovviamente anche per i pacchi di pasta, da quella di Gragnano a quella pugliese, da quella calabrese a quella siciliana, in particolare: 10 Primi pasta, Antonio Amato, Ciccarese, Garofalo, Leonessa, Rummo, La fabbrica della Pasta di Gragnano (per la Campania, con altre decine di scelte); Ambra, Divella, Granoro, Molini, Pedone (per la Puglia); Alberto Poiatti, Faraci, Past’Ovo (per la Sicilia); Delverde, I Segreti, Regal (per l’Abruzzo); Romeo e Pirro (per la Calabria) e tanti altri anche per il Molise e la Basilicata. Per il riso vi consigliamo Ellebi (per la Campania) ed Il Riso di Sibari e Magisa (per la Calabria).

Volendo continuare con la frutta secca, non possiamo non riportarvi aziende come Auriemma, Ambrosio, Fatina ed M. Greco (per la Campania), Dolci pensieri di Calabria (Calabria), I veri sapori dell’Etna, Fruit Service (Sicilia).

Per la categoria degli amari, immancabili nelle ceste ci sono: Amaro del Capo, Amaro Silano (Calabria), Anice La Sorgente e Bevida (Campania), Amaro Averna ed Amaro Tutone (Sicilia), Amaro Elisir San Marzano Borsci (Puglia).

Per i salumi ed i formaggi, preferiamo ovviamente i prodotti artigianali che sono sempre i migliori ed i più freschi, ma alcune tra le aziende che ci hanno segnalato, troviamo Avimecc, Monti Erei (Sicilia), Jubatti (Abruzzo), Lucana Salumi (Basilicata), Spilinghese Agricola (Calabria), Spiezia (Campania).

Una bella cesta “CompraSud”, un gesto simbolico ma nello stesso tempo efficace, perché aiuta le aziende del Sud a sopravvivere. Come può un pandoro industriale costare tre o quattro euro? Che prodotti vengono usati? Non è meglio un prodotto che, seppure costi di più, sappiamo essere di una qualità diversa e migliore?

“Una cesta da giù per restare giù” è proprio quello che serve per non vedere più i nostri figli partire ed andare a lavorare per aziende lontane, al Nord o all’estero. Mai come quest’anno, una cesta con i prodotti del Sud serve per aiutare tutte quelle zone che sono state colpite dal maltempo e che non sono state adeguatamente tutelate dallo Stato (la Basilicata ha ricevuto solo 50.000 euro, la Calabria 3 milioni di euro, mentre l’Emilia-Romagna 26 milioni di euro ed il Veneto 38 milioni di euro).

Comprare prodotti del Sud vuol dire anche aiutare le aziende di quella parte di Paese, dimenticata dal Paese, dai media o dai governi di turno. Comprare i prodotti del Sud può servire anche come risposta a quelle regioni del Nord che vogliono “scappare con la cassa” con l’autonomia differenziata, ennesima beffa all’eguaglianza costituzionale. Comporre una cesta per Natale con i prodotti del Sud, quindi, non vuol dire solo mangiare prodotti della nostra terra, non vuol dire solo tutelare i nostri figli e fermare magari la loro partenza.

Una bella cesta natalizia “nostra”, magari con un prodotto per ogni regione, sarebbe carica di significati e di orgoglio, quello che vogliamo continuare ad avere: l’orgoglio di essere meridionali.


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