Coronavirus, paga ancora il Sud: lo Stato preleva 3,7 miliardi. Dal Nord 1,2 miliardi


Si sta per avverare quanto in molti avevamo già affermato all’inizio dell’emergenza coronavirus, quando i casi erano limitati soltanto al Nord Italia, e cioè che a uscirne con le ossa rotte sarebbe stato soprattutto il Sud. Lo Stato infatti utilizzerà i fondi subito spendibili dell’Unione Europea non ancora spesi, una somma che ammonta a 5,3 miliardi di euro: 3,7 appartengono alle regioni meno sviluppate (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia), mentre 1,2 alle regioni più ricche.

A riportarlo è Il Sole 24 Ore, il quale riferisce anche dell’impegno del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, che vorrebbe far sì che il denaro non venga dirottato da alcune regioni verso altre. E noi facciamo ancora la parte di Cassandra, sperando di essere smentiti: se non lo vediamo, non ci crediamo. D’altra parte, come fare a essere ottimisti se in 18 anni, dal 2000 al 2017, lo Stato Italiano ha dirottato 840 miliardi dalle regioni del Sud al Nord? A nostro avviso gli scrupoli non se li farebbe venire oggi, ma lo ripetiamo: speriamo di essere smentiti.

Sempre Provenzano ha chiesto alle regioni di rinunciare al 20% dei fondi europei già ottenuti per la programmazione 2014-2020. La cifra equivale a 6,7 miliardi, di cui 4,9 miliardi delle meno sviluppate e 1,4 miliardi delle più sviluppate e i restanti 355 milioni dai fondi per la Sardegna. Facendo una semplice operazione matematica, 10,2 miliardi dal Sud e 2,6 dal Nord. Queste cifre dovrebbero poi essere restituite con gli interessi nella programmazione successiva, la 2021-2027, ma ancora una volta vi chiediamo: voi ci credete?


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