Il Governo fa dietrofront, il Sud non aspetterà il Nord: le regioni con meno contagi aprono prima


Il Governo fa dietrofront. Il Presidente Giuseppe Conte e la sua squadra sembrano aver ascoltato l’appello di tanti, da Sud e anche dallo stesso Nord, a mettere in campo un modello di riapertura differenziata a seconda della situazione epidemiologica delle varie regioni. Ad oggi, infatti, regioni come Basilicata e Molise contano zero nuovi contagi al giorno, eppure sono gravate dalle stesse restrizioni della Lombardia e del Piemonte. Si tratta, in questo modo, di bloccare e condannare determinate attività che potrebbero lavorare, pur seguendo precise norme di igiene e sicurezza, le quali non devono mai mancare. A quanto pare, tuttavia, non sarà più così: l’Italia seguirà l’esempio di altre nazioni come Germania e Spagna.

Nel mese di maggio, ha spiegato Conte, verranno effettuati 150mila test sierologici su altrettanti cittadini per avere un quadro più chiaro sull’impatto del coronavirus sulla cittadinanza. Questo, insieme ai dati raccolti grazie all’app Immuni, consentirà di avere un patrimonio informativo ampio per valutare le dimensioni dell’epidemia. In tal modo si dovrebbe essere in grado di intervenire tempestivamente laddove il contagio cominci a risalire e mettere in campo provvedimenti restrittivi, ma in aree geograficamente circoscritte.

Nelle prossime ore il Ministro della Salute emanerà un provvedimento che stabilirà delle soglie di allarme che permetteranno di stabilire la tendenza al contagio in modo accurato in ciascuna parte del Paese. Una volta acquisiti questi strumenti di valutazione si potrà anche concordare con le Regioni e le Province autonome un allentamento delle misure restrittive che sia circoscritto su base territoriale in modo da tenere conto delle Regioni dove la situazione epidemiologica appare meno critica.

Un sistema, in verità, da mettere in campo più velocemente possibile. Abbiamo già riportato il rapporto della Svimez nel quale si parla di un costo di 10 miliardi pagato dal Sud a causa del lockdown, nonostante la situazione sia ben diversa dalle regioni che purtroppo sono state più colpite. Continuare a penalizzare il Mezzogiorno significherebbe non solo rendere più difficoltosa la ripresa, ma anche togliere risorse alle quali si potrebbe non rinunciare.


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