Coronavirus: 1221 casi al Nord, 94 in tutto il Sud. È giusto aspettare ancora?


Il bollettino della Protezione Civile di oggi, 7 maggio, ci dice che il totale dei nuovi casi di coronavirus in Italia è pari a 1.401. Di questi, secondo la tabella diffusa dal Ministero della Salute, ben 720 sono della Lombardia, mentre tutto il Sud arriva a 94. Ad innalzare il numero la Puglia coi suoi 49 nuovi casi che, tuttavia, secondo il bollettino regionale “fa riferimento a code di focolai già sotto osservazione principalmente in provincia di Bari: si tratta quindi di persone già in isolamento fiduciario, monitorate, asintomatiche o con sintomi lievi”.

Per quanto riguarda le altre regioni, in casi in Campania i nuovi contagi sono stati 9, in Sicilia 7, in Calabria 3, in Molise 1, in Basilicata 0 (la tabella dice -16, ma sono casi negativi contati come positivi alcuni giorni fa), in Abruzzo 25. Al Centro la situazione è ugualmente gestibile.

Numeri ancora generalmente in tutte le regioni del Nord: il Piemonte totalizza 196 nuovi casi, l’Emilia-Romagna 108, la Liguria 94 e il Veneto 74. Tutto il Settentrione giunge a 1.221 casi su 1.401, il resto d’Italia si ferma a 180.

Alla luce dei numeri risulta ancora più evidente quanto sia opportuno e necessario procedere a disposizioni differenziate in base alle regioni, più volte annunciate dal governo centrale ma che, in pratica, non si sa quando né precisamente come verranno messe in atto. In questo contesto si inserisce la “rivolta” della Calabria, con la presidente Jole Santelli che ha chiuso i confini in entrata ed uscita e ha emanato norme meno stringenti di quelle nazionali. Una decisione, forse, sbagliata nella forma ed illecita, ma che è sintomo di ragioni più che congrue, quale ad esempio l’opportunità di permettere ad alcune piccole attività (parrucchieri, estetiste, ecc) di riaprire, ovviamente osservando le norme anti contagio.

È a nostro avviso, e non solo, assolutamente ingiusto che la Basilica e il Molise, con zero e un contagio, debbano sottostare alle stesse norme della Lombardia che ne conta 720. Non è tifo, non è Nord contro Sud, è soltanto l’unione di numeri e buon senso: è giusto far fallire imprese ed esercizi commerciali che potremmo salvare? Lo hanno oppure no che bisogna fare presto?


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