Sud, nel Pnrr 300 milioni per realizzare asili e centri antiviolenza nei beni confiscati alle mafie


Almeno 200 interventi di valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata nelle regioni del Sud. Il Pnrr mette a disposizione 300 milioni di euro da assegnare attraverso un bando pubblicato dall’Agenzia per la Coesione territoriale. In particolare, il bando finanzia opere di demolizione e ricostruzione, di ristrutturazione e/o adeguamento di questi beni, che potranno così essere restituiti alla collettività. La destinazione finale delle opere potrà essere di natura istituzionale, sociale o economica, con il vincolo di riutilizzare i proventi a scopi sociali e per reinserire quanto prodotto nel circuito della legalità.

Nell’ambito delle possibili destinazioni d’uso, ai fini della graduatoria finale saranno premiati con un punteggio aggiuntivo i progetti destinati a creare all’interno del bene confiscato centri antiviolenza per donne e bambini o case rifugio, oppure ancora asili nido o micronidi. Le domande per partecipare al bando dovranno essere presentate entro le ore 12.00 del 24 gennaio 2022 secondo le modalità descritte a seguire.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mette a disposizione 300 milioni di euro per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, all’interno della Missione 5 Componente 3, dedicata a interventi speciali per la coesione territoriale. Di questa cifra, 250 milioni di euro sono riservati ai progetti selezionati attraverso questo bando, mentre ulteriori 50 milioni di euro serviranno a individuare – attraverso una concertazione tra vari attori – altri progetti, che per le loro caratteristiche richiedano l’intervento di più soggetti. In totale, l’obiettivo è di realizzare almeno 200 interventi di valorizzazione.

300 milioni dal Pnrr: a chi si rivolge il bando

Possono inviare i propri progetti tutte le Regioni, i Comuni, le Province, le Città metropolitane – anche in forma consortile o in associazione tra loro – del Mezzogiorno. Alla data di presentazione della domanda, i proponenti devono essere già destinatari di un bene confiscato ed averlo iscritto nel patrimonio indisponibile dell’Ente.

Qual è il finanziamento massimo che si può ottenere

Ciascun progetto può ottenere fino a un massimo di 2,5 milioni di euro di finanziamento. All’interno dello stesso tetto massimo di 2,5 milioni di euro, l’opera può essere in parte cofinanziata da altre risorse nazionali o dal soggetto proponente, ma solo per costi diversi da quelli finanziati dal PNRR. Nel caso in cui i lavori siano già stati avviati con una diversa copertura finanziaria, il proponente dovrà rinunciare a quest’ultima nel momento della sottoscrizione della convenzione prevista da questo bando.

Quali spese sono ammesse al finanziamento

Sono finanziabili tutte le spese collegate alla realizzazione dell’opera, anche sostenute da azioni intraprese a partire dall’1 febbraio 2020, nel caso di lavori già avviati. Non sono previsti costi forfettizzati, né costi aggiuntivi del personale.

Come verrà erogato il finanziamento

È previsto un anticipo pari al 15% del finanziamento complessivo, seguito da pagamenti intermedi – a seguito delle fatture emesse – pari ciascuno ad almeno il 10% del totale. Dopo il certificato di ultimazione dei lavori, sarà erogato il saldo del 10%.

Entro quando bisognerà affidare e concludere i lavori

L’aggiudicazione definitiva dei lavori deve avvenire entro il 30 giugno 2023. Successivamente, i progetti di importo fino a 600.000 euro dovranno concludere i lavori entro il 30 giugno 2025, mentre quelli di importo superiore avranno tempo fino al 30 giugno 2026. Queste scadenze si rendono necessarie per consentire di rispettare le scadenze previste dal PNRR e concordate con la Commissione europea, la quale in caso contrario non trasferirà all’Italia le risorse previste.

Come ed entro quando presentare la domanda

La domanda deve essere presentata entro le ore 12.00 del 24 gennaio 2022 attraverso l’apposito sito internet messo a disposizione dall’Agenzia per la Coesione territoriale. La presentazione può avvenire solo attraverso il Modello di domanda allegato al bando, insieme al quale occorre inviare anche il Modello di presentazione del progetto proposto (da compilare on line seguendo la traccia allegata) e i documenti richiesti dal bando relativi alla destinazione, all’iscrizione nel patrimonio indisponibile e alle caratteristiche del bene confiscato oggetto della proposta.

Quali criteri saranno utilizzati per valutare i progetti

La valutazione avverrà sulla base di tre gruppi di criteri. Il primo è di ordine generale e comprende:
– la rilevanza dell’intervento rispetto alle sfide del PNRR;
– l’esperienza precedente del soggetto proponente nella gestione e valorizzazione di beni confiscati alla mafia;
– il coinvolgimento di partner del territorio nella valorizzazione del bene proposto;
– l’integrazione della proposta con altri interventi di valorizzazione;
– la rilevanza rispetto alla qualità della vita, allo sviluppo sostenibile e alla non discriminazione.

Il secondo gruppo riguarda criteri specifici:
– la completezza, la chiarezza e la rispondenza della presentazione del progetto rispetto alle indicazioni;
– l’adeguatezza e la completezza delle procedure di attuazione dell’intervento;
– la significatività del progetto in termini di storia criminale e valore sociale;
– la sostenibilità della gestione per i 5 anni successivi all’intervento di valorizzazione.

Infine, un terzo gruppo di criteri intende premiare determinate caratteristiche del progetto:
– la destinazione a centro antiviolenza (CAV) per donne e bambini e a case rifugio;
– la destinazione a nidi e micronidi 0-36 mesi;
– il livello di progettazione approvato;
– il completamento di opere con lavori già avviati;
– il cofinanziamento con risorse proprie del soggetto proponente.

I singoli criteri hanno un ‘peso’ differente nell’assegnazione del punteggio. In particolare, la destinazione a centro antiviolenza assume un’importanza più rilevante rispetto agli altri fattori.

Cosa succede dopo la pubblicazione della graduatoria

L’Agenzia per la Coesione territoriale stipula apposite convenzioni con i soggetti titolari delle proposte ammesse al finanziamento, fino all’esaurimento delle risorse disponibili. I progetti che risultano idonei, ma non possono essere ammessi a finanziamento per l’esaurimento delle risorse, potranno essere finanziati a loro volta entro un anno, in ordine di graduatoria, nel caso in cui si rendano disponibili ulteriori risorse pubbliche, che possono anche derivare da risparmi, rinunce o revoche di questo bando.

Cosa succede se un progetto finanziato non va avanti come dovrebbe

In caso di mancata adozione di atti e provvedimenti necessari all’avvio dei progetti, oppure di ritardi, inerzie o difformità nell’esecuzione degli stessi da parte del soggetto attuatore, si potrà intervenire con poteri sostitutivi.

A chi si possono chiedere informazioni

È possibile richiedere chiarimenti entro il 10 gennaio 2022 all’indirizzo email bando.beniconfiscati@agenziacoesione.gov.it, indicando come oggetto: “Avviso pubblico valorizzazione beni confiscati a valere sul PNRR”. Sul sito dell’Agenzia per la Coesione territoriale saranno pubblicate le FAQ relative ai quesiti più ricorrenti.


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