La Russia blocca le forniture a Polonia e Bulgaria: il prezzo del gas schizza del 16%


Il prezzo del gas schizza del 16% dopo l’interruzione delle forniture russe verso Polonia e Bulgaria. Gazprom ha infatti annunciato di aver sospeso completamente l’invio dei flussi alle due nazioni che non hanno pagato le forniture in rubli. La società ha dunque eseguito la decisione imposta da Putin che non vuole più ricevere pagamenti in dollari ed euro. La notizia è stata data, per la Polonia, da Interfax, che cita una nota dell’operatore polacco Pgnig; per la Bulgaria dal Ministero per l’Energia il quale ha aggiunto che la parte bulgara ha adempito in maniera tempestiva all’obbligo di pagamento come previsto da contratto. Chiaramente, la Bulgaria contesta la decisione dei russi che pretendono rubli e non altra valuta.

Polonia e Bulgaria sono, inoltre, paesi di transito del gas verso nazioni terze e Gazprom ha avvertito che in caso di prelievo non autorizzato dai flussi destinati ad altre nazioni le forniture di transito verranno ridotte di un ammontare analogo. Come conseguenza di tale situazione il prezzo del gas è salito vertiginosamente nelle quotazioni della borsa di Amsterdam; quello del metano in Europa è balzato del 16% a 119,75 euro al megawattora, dopo aver toccato un rialzo massimo del 24%.

Forniture di gas dagli Stati Uniti

In “soccorso” di Polonia e Bulgaria ci sono gli Stati Uniti, che nelle scorse settimane hanno annunciato un aumento di flussi di gas naturale verso le nazioni alleate. I prezzi dovrebbero comunque essere diversi, con il gas americano probabilmente un po’ più costoso di quello russo.


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