De Magistris attacca Di Maio: “Prima ci ha dato Salvini, ora ha portato Renzi al Governo”

Luigi de Magistris, leader di Unione Popolare


Luigi de Magistris torna a occuparsi di politica nazionale. Il sindaco di Napoli è sempre più proiettato verso nuove esperienze politiche, regionali o nazionali che siano. Il Governo Conte bis è vicino all’ufficialità, dato che tra oggi e domani chiederà la fiducia alle camere, così de Magistris ha affidato a Facebook la propria riflessione e soprattutto un’invettiva contro Luigi Di Maio.

Il nuovo Ministro degli Esteri è accusato non solo di aver consentito che Salvini salisse nei consensi dal 17% fino a sfiorare il 40%, ma anche di aver riportato al Governo l’altro Matteo, quel Renzi con cui i toni in passato sono stati sempre accesi.

Questo l’intervento di Luigi de Magistris:

“Il Governo Conte bis tra oggi e domani otterrà la fiducia nei due rami del Parlamento. Il laboratorio politico napoletano e la città di Napoli, che ho l’onore e l’onere di rappresentare, garantiranno, da subito, la massima cooperazione istituzionale al Governo, come sempre abbiamo fatto, nell’esclusivo interesse pubblico e della collettività che rappresentiamo. Verificheremo, spero al più presto, se ci saranno le condizioni, con il Governo e la maggioranza politica che lo sostiene, per iniziare anche un dialogo più ampio che vada oltre la doverosa e ci auguriamo fruttuosa cooperazione istituzionale.

“Il suicidio politico di Salvini, effetto collaterale imprevisto del suo delirio di onnipotenza, non può essere ascritto a merito del Governo Conte bis. Le tante nefandezze – da ultimo, leggi sicurezza ed autonomia differenziata – sono il prodotto del contratto del matrimonio politico tra Di Maio e Salvini, con la responsabilità del primo di aver portato Salvini dal 17% al 34%, sino a lambire il 40%, facendolo divenire l’effettivo capo politico del Conte primo. Insomma Di Maio non può essere considerato l’istigatore del suicidio politico di Salvini o quello che ha stracciato il contratto. Sono bastati pochi giorni e Di Maio ha stretto l’accordo politico, il secondo matrimonio, con il partito più avversato, politicamente odiato, dal M5S: il PD, con Renzi azionista di maggioranza in questo Parlamento.

“Dal primo, al secondo Matteo.

“A Natale il PD, con play maker il secondo Matteo, ritornerà sotto il 30%. Se nella politica italiana qualcuno ha bisogno di un defibrillatore politico chiami Di Maio: ha portato Salvini al 30% – divenendo per poco il para-Mussolini del terzo millennio – ed ora ha riportato Renzi al Governo – diciamo dalle nostre parti facendolo ritrovare in Paradiso per caso – apparendo anche il PD il partito, che per senso di responsabilità, ha garantito un Governo al Paese in un momento oggettivamente assai delicato.

“Noi ci sentiamo alternativi a questo modo di fare politica, dove uno vale uno, anzi meglio, uno vale l’altro, pur di restare comodi in poltrona. Per noi la Politica è valori, etica, coerenza, credibilità, competenza, affidabilità, sacrificio, onestà, coraggio, passione, ricerca del bene comune. Per noi la Politica significa attuare il cambiamento, trasformare la società mettendo al centro le persone, lottare contro le disuguaglianze e per la giustizia sociale, contrastare mafie e corruzioni, lavorare per la fratellanza tra i popoli: insomma ci battiamo per attuare davvero la Costituzione. Soprattutto dal basso. Siamo, quindi, alternativi a quello che è accaduto e sta accadendo nella politica nazionale. Lavoriamo strategicamente per un Governo e un Parlamento che attuino finalmente la Costituzione.

“Per ora, immediatamente al lavoro con i rappresentanti del Governo perché il popolo non può più attendere lentezze, ritardi, inadeguatezze, tentennamenti, perdite di tempo, propagande infinite e litigi motivati esclusivamente da lotte di potere. Noi ci siamo, con la lealtà che ci ha sempre contraddistinto. Lanciamo anche la sfida, dalla capitale del mezzogiorno che in questi anni ha dimostrato autonomia, forza e credibilità, affinché le città e i suoi abitanti vengano messi al centro dell’agenda politica del Conte bis”.


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