Sud scippato del Recovery Plan, sindaci in rivolta: occupazione delle aule consiliari

Maria Grazia Brandara, sindaca di Naro


Sindaci del Sud in rivolta contro lo scippo di 60 miliardi dei fondi provenienti dal Recovery Plan. Come annunciato dalla ministra Mara Carfagna equivale al 40% la parte di fondi assegnata al Mezzogiorno, contro il 68% che invece dovevano arrivare stando ai criteri stabiliti dall’Unione Europea.

I primi cittadini hanno deciso di occupare le aule consiliari per protestare contro lo stato delle cose, in attesa della grande manifestazione di domenica 25 aprile a Piazza del Plebiscito, Napoli, a partire dalle ore 12.

“I fondi del Recovery Fund destinati al meridione del Paese (pari al 68%) sono stati decurtati fino a divenire il 40%, con il beneplacito dell’ANCI. Noi Sindaci – scrive Maria Grazia Brandara, prima cittadina di Naro, in provincia di Agrigento – amministratori in prima acie, vicini ai bisogni e alle esigenze dei nostri concittadini, abbiamo poco tempo per impedire che ciò accada. Abbiamo sentito il bisogno di agire a partire dal prossimo mercoledì 21 Aprile, occupando, dalle 17.00, le Aule Consiliari dei nostri Comuni fino alle 17.00 di Giovedì 22 Aprile, orario in cui, in contemporanea e in diretta Facebook, spiegheremo le ragioni della manifestazione ai nostri concittadini”.

Un disegno orientato a danneggiare il Sud il cui meccanismo è stato descritto proprio da Mara Carfagna: “È vero che un anno fa, quando l’Europa varò l’operazione del  Next Generation Eu, la suddivisione dei fondi tra gli Stati fu decisa in base a un algoritmo che valorizzava i dati del Pil, del numero degli abitanti e della disoccupazione”.

“È vero che quel principio – continua la ministra per il Sud – se fosse stato adottato a livello nazionale per dividere i fondi tra Nord e Sud, avrebbe premiato il Sud con una quota superiore al 60%. Ma questo non è successo. L’esecutivo dell’epoca ha scartato l’idea e ha costruito diversamente l’impalcatura del Recovery Plan sulla quale tutti noi, successivamente, abbiamo dovuto lavorare”.

Già il precedente governo Conte, a trazione prevalentemente meridionale, aveva messo in atto quello che è un vero e proprio tradimento nei confronti di 20 milioni di italiani. L’attuale Governo Draghi non ha corretto il tiro, e forse poteva essere fatto anche se la Carfagna nega implicitamente che ciò fosse possibile. Dovrebbe spiegare a tutti il perché.

Una vera e propria rapina che, in realtà, era ampiamente prevista dato il modo di operare dello Stato italiano sin dalla sua costituzione dal 1861. Senza andare troppo lontano del tempo, possiamo citare gli 840 miliardi dirottati al Nord dal 2000 al 2017 oppure i 60 miliardi l’anno sottratti negli ultimi dieci anni.


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