Conte sostiene Manfredi, a Napoli il M5S si spacca: “Oggi c’è stato il de profundis”


LA RABBIA DEI DISSIDENTI M5S NAPOLETANI: NESSUN COINVOLGIMENTO DEL TERRITORIO

Un faccia a faccia di un paio di minuti quello tra l’ex premier Conte e la consigliera comunale Marta Matano, quest’ultima da tempo in rotta di collisione con le scelte prese da Roma per la campagna elettorale del sindaco di Napoli, insieme a Matteo Brambilla e Marì Muscara, rispettivamente consiglieri comunale e regionale del M5S. “Noi volevamo semplicemente essere coinvolti in questo percorso, cosa che non è avvenuta” – interviene Matano rivolgendosi a Conte tra la folla. “E siccome non hai deciso tu, il progetto per Napoli non lo appoggi?” – risponde l’ex premier – “Abbiamo fatto un percorso trasparente, mentre sui giornali escono patti, appelli, di tutto. La vita è così. Io mi aspetto anche il tuo contributo”.

E’ la sintesi di uno scontro che va avanti già da mesi con l’ala dei dissidenti M5S napoletani, acuitosi con la decisione di sostenere Gaetano Manfredi insieme al PD e alle altre forze politiche del centrosinistra. “Il problema è che i nostri portavoce in Parlamento non hanno condiviso il percorso, il metodo con noi” – spiega Matano – “Conte è una brava persona, ma non si è capito quale metodo sia stato adottato, volevamo decidere tutto quanti insieme. Conte non ha compreso quello che volevo dire”.

Stefania Verusio, storica attivista del meetup napoletano, spiega: “Gli incontri li dovevano fare coinvolgendo tutti, non con sole tre persone. Eppure i portavoce vengono dal metodo assembleare del M5S originario, e che fa la differenza. Se vuoi chiedere qualcosa al territorio devi essere disposto a colloquiare col territorio. Io stimo Conte e posso accettare quel che dice perché non viene dai meetup. Ma non dai portavoce locali, che addirittura non ci salutano neanche più”. Salvatore Leonangeli era presente stamattina con un gruppo di attivisti a protestare con uno striscione “No Alleanze” fuori alla location dove si è tenuta la conferenza stampa: “Siamo per il no alle alleanze perché si è sempre detto di non andare coi partiti che hanno rovinato la città e il Paese. Non siamo contro Manfredi in sé, siamo contro il modello di queste alleanze. Qui parlando di creare almeno 13 o 14 liste a suo sostegno, passeranno i primi due anni a litigare solo per spartirsi i posti. Si veda l’esperienza civica di de Magistris che fine ha fatto”.

Matteo Brambilla, consigliere comunale, non usa mezze parole: “Ero tentato di andare, ma ho ritenuto di non farlo, perché oggi c’è stato il de profundis del Movimento 5 Stelle, almeno di quello che conoscevo io quando sono arrivato per la prima volta nel meetup. Proveremo a fare comunque una lista e a chiedere il simbolo al M5S, altrimenti andremo avanti da soli in maniera autonoma. Io comunque non mi iscriverò e non entrerò nel nuovo Movimento, rimarrò con la lista e il programma originari. Quel che mi fa più male è vedere usurpato lo slogan che nel 2016 ci portò per la prima volta in consiglio comunale, ‘Napoli 5 Stelle’, di cui conservo ancora lo striscione nel mio ufficio a via Verdi. Credo che la scelta di Gaetano Manfredi sia stata spinta molto dal PD, e che il 5 Stelle abbia deciso di puntare tutto su di lui per evitare di rimanere fuori dai giochi. Ma se in questo modo credono di poter gestire i soldi che arriveranno col Recovery, si illudono: l’esempio è Draghi, che ha già piazzato i tecnici al governo”.


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